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Gaslini, le infermiere e lo stress insostenibile con i bimbi malati

Gaslini: infermiere con il burnout.

All’ospedale pediatrico di Genova si sta diffondendo una sindrome piuttosto importante che colpisce il personale infermieristico: un disagio psicofisico che coglie in misura prevalente coloro che svolgono le cosiddette professioni d’aiuto e che entrano in contatto con persone che vivono stati di disagio o sofferenza.

«Abbiamo avuto un quindicina di richieste, da inizio anno – dice Ivo Giambarrasi, Uil – situazioni diagnosticate dal medico interno. È pur vero che molte infermiere, poi, per spirito di servizio decidono di non farsi trasferire dal reparto in cui lavorano, né si fermano a casa, perché sanno che altrimenti mettono a rischio tutto il sistema di assistenza».

La situazione del personale infermieristico e degli Oss, gli operatori socio-sanitari, all’ospedale Gaslini di Genova è particolarmente delicata.

«Temiamo di non poterci prendere cura con la dovuta attenzione dei piccoli pazienti», hanno confidato alcune infermiere alle organizzazioni sindacali, proprio perché il carico di lavoro è continuo ed enorme. E lo stress aumenta.

All’origine dell’emergenza, è la situazione di carenza di personale infermieristico. «Mancano circa 70 infermiere – ha calcolato la Cgil, come spiega Sandro Alloisio, Rsu – ma a complicare la situazione è l’età media alta delle lavoratrici, per lo più donne, per la mancanza di turn over . E poi molte hanno contratti part time, altre hanno accesso alla legge 104 perché devono occuparsi anche a casa dei propri cari. E tutte queste ore “mancanti” non sono mai state coperte».

A descrivere la situazione dentro i reparti è Ivo Giambarrasi: «Il personale infermieristico dei reparti, attualmente, non riesce neppure a garantire il turno normale: gran parte del funzionamento è basato sui rientri volontari dei lavoratori, ciascuno ha alle spalle 300-400 ore da recuperare e che ovviamente non recupera e anche ferie arretrate da smaltire da oltre un anno e mezzo: siamo stufi di ascoltare annunci di rilancio, qui occorrono interventi immediati».

«La situazione è di sofferenza – riconosce Silvio Del Buono, direttore sanitario dell’ospedale Gaslini – ma siamo nel pieno di una completa riorganizzazione interna, sarà fatta per step e ad ottobre presenteremo le prime azioni per migliorare le cose».

Del Buono, con la nuova dirigente del dipartimento delle professioni sanitarie, Silvia Scelsi, lavora da alcuni mesi proprio alla riorganizzazione dell’intero nosocomio:

«Entro la fine del 2016 rivedremo l’organizzazione interna, con l’obiettivo di fare lavorare meglio le persone. Riorganizzeremo proprio il carico di lavoro di medici, infermieri e Oss, sollevandoli da incarichi eccessivi, che riconosciamo».

E inoltre il Gaslini sta svolgendo un concorso proprio per reclutare personale infermieristico: «Non in sostituzione dell’esistente, ma per incrementare l’esistente – mette in chiaro Del Buono – abbiamo 500 persone che hanno superato la prova scritta, provengono da tutta Italia, entro quest’anno, tra queste, entrerà a lavorare un numero congruo di infermieri, ulteriore rispetto a quelli mancanti al Gaslini».

Inoltre è allo studio il piano biennale delle assunzioni: «Presto lo condivideremo con la Regione, per avere il via libera: sarà il piano necessario a lavorare bene. Gli anni bui, sono sicuro, sono alle spalle».

La situazione del personale infermieristico, in un ospedale come il Gaslini, che si occupa di curare i bambini però è particolarmente grave e urgente: molte infermiere non reggono più il carico, anche emotivo, di situazioni che affrontano consecutivamente da molti anni.

«Le procedure di assunzione sono complesse e soprattutto lunghe – aggiunge

Sandro Alloisio, Rsu Cgil – nei reparti ad alta intensità di cura, nelle terapie intensive, nei reparti oncologici, hanno un carico emotivo particolarmente pesante».

«L’amministrazione deve forzare sulla Regione – rilancia Giambarrasi – bene all’apertura di nuovi laboratori, nuovi servizi: ma prima diteci con quali forze. Prima garantiamo la funzione primaria: l’assistenza e la cura. Perché adesso, così, non riusciamo a farlo».

DETTAGLI E APPROFONDIMENTI SU http://genova.repubblica.it/cronaca/2016/09/10/news/titolo_non_esportato_da_hermes_-_id_articolo_4494074-147469155/

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