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L’ infermiere Mascia Luca iscritto all’Opi Carbonia Iglesias, ex lavoratore Aias presso la sede di Cortoghiana, dal Tribunale di Cagliari è stato assolto con formula piena P.Q.M.: “perché il fatto non sussiste” .

L’ infermiere, difeso dagli avv.ti Emilio Mameli e Maria Luisa Stevani, era stato accusato di aver spinto violentemente a terra un paziente affetto da gravi disturbi psichici, provocandogli fratture multiple.

Successivamente la Procura contestò all’infermiere il reato di lesioni aggravate.

Luca, in conseguenza dello stesso presunto fatto, era stato inoltre ingiustamente licenziato dalla struttura, subendo un giudizio civile.

Solo nel marzo 2023 e dopo 7 anni di udienze, (i fatti risalgono al 2015) l’ infermiere ha finalmente visto proclamare la sua innocenza dal Tribunale di Cagliari sezione penale.

Ci sarebbero, e ci sono, molte cose da dire e scrivere all’Aias in quanto struttura socio sanitaria dove si sono svolti i fatti, ai dirigenti della stessa, ai familiari dell’assistito, ai colleghi del collega, al collega stesso, alla comunità professionale.

Per la delicatezza del momento ed in attesa del dispositivo di “assoluzione piena perché il fatto non sussiste”, alla famiglia dell’assistito va un pensiero, perché le lesioni al congiunto non sono state un gesto di autolesionismo, ma l’indirizzo per risalire ai responsabili è risultato viziato da un contesto che in aula non ha resistito alle prove, alle testimonianze, alla difesa e alle arringhe dei legali avv. Mameli e Avv. Stevani.

All’infermiere Luca Mascia l’auspicio che da questa esperienza esca più forte e consapevole, tra molti “nemici” ha potuto contare sulla “rappresentanza professionale” che in sede di procedimento disciplinare ordinistico e Deontologico ante litteram non ha esitato a deliberare il non luogo a procedere, anni prima della sentenza di piena assoluzione.

Alla comunità professionale è da dire che è nei momenti di difficoltà di un collega che occorre manifestare solidarietà e sostegno e vicinanza anche in fase di presunto errore.

Non si dovrebbe abbandonare mai nessuno al proprio destino.

All’Aias e a chi ha avuto l’onere di dirigerla in quegli anni: si rifletta sulle poche parole del giudice, e si chieda quantomeno scusa all’infermiere ai quali sono stati cagionati danni importanti e non dovuti.

A chi si è prestato al gioco del procedimento e del licenziamento facendosi muovere i fili: vergogna.