A volte ritornano, alimentati a carne di volpe. (Ndr)
GREEN PASS FASULLI, SI MUOVONO GLI ORDINI PROCEDIMENTO DISCIPLINARE ALL’INFERMIERA “PROVVEDIMENTI INACCETTABILI”
MATTIA TOFFOLETTO
TRIBUNA DI TREVISO – Estratto da pagina 21
Green pass fasulli, si muovono gli Ordini Procedimento disciplinare all’infermiera
La roncadese Possamai era già stata sospesa in quanto non vaccinata, poi reintegrata grazie a un certificato di guarigione
Era stata sospesa nel 2021 per mancato rispetto dell’obbligo vaccinale anti-Covid. Poi, nel 2022, l’Ordine degli infermieri di Treviso l’aveva reintegrata a seguito della presentazione di un Green pass da guarigione.
C’è questo nel recente passato professionale di Jessica Possamai, 31enne infermiera di Roncade indagata per associazione per delinquere nella maxi-inchiesta dei carabinieri del Nas su falsi tamponi e falsi Green pass (da guarigione) assicurati dal poliambulatorio privato “Salute & Cultura” di Fiera.
Maxi-inchiesta che conta circa 200 capi di imputazione complessivi e un totale di 65 indagati: a cinque persone, fra cui Possamai e il medico Marzia Carniato, all’epoca dei fatti direttore sanitario dell’ambulatorio, è contestata l’associazione. Gli altri sotto inchiesta (concorso in falso ideologico) sono i beneficiari dei Green pass farlocchi, fra cui l’ex prefetta di Treviso, Maria Augusta Marrosu.
Il nome di Possamai, già sospesa due anni fa per mancata vaccinazione, è tornato d’attualità pure per l’Ordine di riferimento. “Apriremo un procedimento disciplinare”, annuncia Samanta Grossi, vicepresidente Ordine provinciale infermieri, “a breve si riunirà il nostro consiglio direttivo per deliberare l’apertura del procedimento. Passaggio che sarà comunicato all’iscritta, che poi dovrà essere ascoltata. Quindi bisognerà attendere la trasmissione degli atti dalla Procura: solo dopo un rinvio a giudizio, possiamo adottare provvedimenti. Era già stata sospesa per mancato rispetto dell’obbligo vaccinale e successivamente reintegrata per Green pass da malattia: ho appreso dell’inchiesta dalla stampa”.
Poi Grossi alza la voce: “I provvedimenti antiscientifici non sono accettabili. Un infermiere è tale per evidenze scientifiche: compito nostro è vigilare in merito al rispetto delle norme e della deontologia. Se ci si rende conto di aver sbagliato professione, si può sempre cambiare, passando alla medicina alternativa. Non è obbligatorio fare gli infermieri, se non ci si sente rappresentati”.
Le sanzioni disciplinari includono richiamo scritto, sospensione (da 1 a 6 mesi), radiazione: è prevista la possibilità del ricorso al Ministero della Salute. Quanto all’accusa di associazione per delinquere, riguarda altre quattro persone: oltre alla già citata Marzia Carniato, 58enne di Piove di Sacco, figura un’altra libera professionista che lavorava – all’epoca dei fatti nelpolimbulatorio di via Borin, ossia la biologa Elisa Finco, responsabile del laboratorio dove si effettuavano i tamponi finiti sotto la lente della Procura. Gli altri sono Antonio Bruscaglin, imprenditore e marito di Carniato, e Alessandro Brunello, compagno di Finco. In merito alla condotta di Carniato, già nota per la partecipazione a manifestazioni pro “terapie domiciliari”, Luigino Guarini, presidente Ordine medici Treviso, rimane abbottonato: “Ci siamo, faremo il nostro. L’Ordine è sempre molto vigile sul rispetto del codice deontologico”, il suo pensiero. – MATTIA TOFFOLETTO