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“Mentre è sempre più difficile, nelle strutture sanitarie, far combinare la carenza di organico con il rispetto delle norme europee, i responsabili della turnistica si arrangiano come possono ‘a far sì che il poco basti”, scriveva la Fials in una nota. Il problema sono i nuovi simboli apparsi nello schema del turno di lavoro per le unità operativa di degenza. “Accanto ai segni tradizionali condivisi da generazioni di operatori sanitari, di significato certo e codificato: M, P, N, S, R, F (Mattino, Pomeriggio, Notte, Smonto, Riposo, Ferie), ne entrano, di soppiatto altri, ma ‘orfani’ di una adeguata legenda, al confronto risulta di più immediata comprensione il “Codice Mercury”. Le new entry: m, r, /*, AVT= P. 13.55-19.55, //, Xm, codici colore. Anche le datate XXXXXX, (sostituzione a vario titolo), sono soggette a libera interpretazione. In alcune turnistiche entrano la ‘mattinina’ (m), il ‘ riposino’ (r), l’incertezza prevale sulla ‘certezza’ e rende flessibile il fare e/o il non fare, l’essere in servizio o il non essere in servizio. È ora di darci una regolata. Non è accettabile un simile comportamento – proseguiva la segreteria Fials – che grava, soprattutto sugli operatori sanitari, infermieri, Oss, ostetriche, ecc., turnisti che fanno funzionare i reparti di degenza e i servizi aperti 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno, che il riposo a Natale, a Pasqua, a Ferragosto se lo sognano. Quanta poca considerazione e rispetto della persona traspare da un simile modo di procedere”.

Secondo la Fials “queste nuove trovate si sovrappongono e vanno ad aggravare l’annosa questione del diritto degli operatori sanitari di conoscere lo sviluppo del turno annuale, con indicati i periodi delle ferie estive, primaverili, autunnali, i periodi di sostituzioni a vario titolo, la formazione, ecc., un grave ‘passo indietro’ rispetto al passato, quando ad occuparsi dei turni erano le poche vecchie Ispettrici e l’informatica era agli albori. Meno timonieri e più rematori, più empatia e meno fantasia, più lungimiranza e meno arroganza – conclude la Fials -, sono alcuni degli ingredienti base per consentire agli operatori sanitari di svolgere il loro difficile compito serenamente, di consentirgli di organizzare la propria vita privata. C’è molto da recuperare”.

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