Skip to main content

Sulla esperienza della Dialisi Notturna nel Sulcis Iglesiente, ATS Sardegna/Ares Sardegna-ASSL Carbonia/ASL Sulcis sono forse venute meno al loro mandato istituzionale: garantire come il diritto alla salute e la continuità delle cure quando.

Potevano e dovevano per intima convinzione e non per intercessione del governatore dotarsi autonomamente del personale infermieristico medico e di supporto necessario per “stabilizzare” ed “inserire in ruolo” la “precaria” dialisi notturna, che nel mancato rinnovo avrebbe trascinato a sé anche la dialisi diurna, mutando unilateralmente il “contratto” di lavoro da 7,12 ore a turno dialitico mattina/sera a 6,00 ore.

È successo invece che la risposta al grido degli assistiti l’abbia data il livello politico e non la governance, il presidente della regione e non il commissario straordinario, il consigliere regionale e non il direttore dell’ufficio risorse umane, come se i diretti funzionari aziendali avessero il freno a mano tirato, lo specchietto retrovisore mal posto, il finestrino chiuso, il serbatoio in riserva, le gomme senza battistrada, la batteria esaurita, il veicolo senza revisione e la patente scaduta: veicolo targato Assl 7 impossibilitato a mettersi in carreggiata.

Il fine giustifica i mezzi.

Il percorso risolutivo della querelle che si trascinava da mesi per gli assistiti interessati è poco importante, talmente evidente il clima da ultima spiaggia se non da ultima seduta.

Hanno, quindi, di che essere al momento soddisfatti.

Meno gratificante è essere tirati per le orecchie e vedere imposta una linea di condotta che con tutta evidenza è la scoperta dell’acqua calda: compensare le carenze in dotazione organica con nuove assunzioni, acquisire/ricercare/selezionare personale infermieristico e medico e non tagliare i diritti degli assistiti affidati alla pattuglia di irriducibili delle cure e dell’assistenza.

Serviva un rimbrotto ed una telefonata che allunga la vita della dialisi notturna per uscire dall’empasse.

Il primo tempo è finito e il primo punto assegnato.

Ma la partita non è conclusa e sbaglia tantissimo chi pensa che sia risolta e che non ci sarà più storia.

Resta tutto un altro tempo da giocare, forse anche i tempi supplementari e non si possono escludere i calci di rigore.

Quel rigore che chi poteva non ha avuto il coraggio di calciare in tempi non sospetti.

Tutto è bene quel che finisce bene, e l’ultimo chiuda il telefono.

 

Leave a Reply