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Sanità, la clinica Santa Patrizia chiude a Secondigliano

Napoli. La sanità pubblica subisce una nuova perdita. La clinica Santa Patrizia, situata nel cuore di Secondigliano, chiude mandando i suoi dipendenti in cassa integrazione.

Sarà una grande perdita per Secondigliano ma non solo in quanto la struttura era un punto di riferimento dell’area nord di Napoli.

I motivi che hanno scatenato la chiusura, che al momento sembra essere provvisoria, sono molteplici. Le case di cura sono soggette ad un tetto di spesa massima che l’ASL è disposta a cedere ai convenzionati. Questo budget è stato stabilito in base a criteri di posti letto, specialità ed altri fattori tra i quali la media del fatturato degli anni ’95-’96-’97 periodo in cui sia la clinica di Santa Patrizia sia la Santa Maria la Bruna di Torre Del Greco erano in circostanze fallimentari tanto da essere poi acquisite dal gruppo Ugliano che ancora oggi ne è il proprietario.

Le spese di amministrazione sono conforme a entrambe in quanto, per avere il riconoscimento da parte dell’ASL, bisogna attenersi a tutti i criteri previsti per 90 posti letto e quindi stesso personale e stesse dotazioni ma con il 50% della cifra a disposizione. I problemi nascono quando la situazione che si manifesta è una struttura grande ma con poche risorse disponibili.

Per tutti questi anni la società si è caricata di tutte le spese non rimborsate. Ma a partire dall’anno scorso risultano essere ancora più riduttive. Inoltre la finanza ha chiesto in pagamento le tasse anche sulle fatture non incassate.

Dinnanzi a tali difficoltà i proprietari hanno deciso di chiudere momentaneamente la struttura per il resto del 2016 ponendo il personale in cassa integrazione. Attualmente la clinica è ancora aperta e svolgerà le sue funzioni fino a sabato 15 ottobre. In caso in cui saranno presenti eventuali pazienti ancora ricoverati, quest’ultimi verranno trasferiti in altre cliniche.

Maria Baldares

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