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Conferenza stampa del comitato Osservatorio Partecipato Lucchese,

dove alcuni principali esponenti, presieduti dal portavoce Giuseppe Di Vito, hanno anticipato quello che sarà il programma della tavola rotonda prevista per giovedì alle ore 17, presso la sala Tobino di palazzo Ducale, per discutere sulle problematiche legate alla sanità territoriale e non. E si tratta in un programma corposo, visto e considerato l’agguerrimento rivolto agli aspetti negativi sull’argomento  dimostrato dai presenti. In primis, manco a dirlo, l’ospedale San Luca, simbolo oggi del malfunzionamento sanitario lucchese, che ha come ciliegina sulla torta, l’indecenza della oramai nota e inutile pista d’atterraggio dell’elisoccorso. Apre l’incontro Gemma Urbani, dei comitati per il diritto alla salute che vuole fare il punto della situazione. Il nuovo ospedale, costruito con il project financing, costringerà i lucchesi a pagarne le spese di costruzione per i prossimi vent’anni. E si tratta di una struttura che non rispetta i requisiti inizialmente previsti. In primo luogo, infatti, il comitato intende ricordare che mancano ben circa cento posti letto, rispetto ai più di quattrocento che erano in progetto, e da ciò ne deriva una struttura non adeguata alla città di Lucca. Questo tanto per fare un’importante citazione, mentre poi, per tutte le altre carenze del San Luca, strutturali, distributive e funzionali che sono evidenti e sotto gli occhi di tutti, basta lasciare la parola ai cittadini. In secondo luogo, invece, il vecchio, e tanto rimpianto, ospedale Campo di Marte, per il quale, il nuovo piano strutturale, pare assegnare una destinazione urbanistica troppo polivalente che non convince il comitato.

Questi i punti salienti della tavola rotonda del 10 novembre prossimo, a cui tutta la cittadinanza è invitata a partecipare, e dai quali, si ramificano una svariata serie di argomentazioni che vanno poi a toccare tutte le ripercussioni che la nuova legge regionale in materia di sanità fa ricadere sul cittadino e sui lavoratori del settore. Il piano sociosanitario della regione toscana, infatti, prevede un potenziamento delle attività territoriali, che lasci agli ospedali il solo compito di curare le patologie acute, – aggiunge Roberta Bianchi,  federazione della sinistra – lasciando in disparte le cure intermedie necessarie per coloro che vengono dimessi dall’ospedale. Pare infatti che la regione abbia individuato nell’ex ospedale, spazi per la realizzazione di strutture commerciali e residenziali, e questo non va giù al comitato, che richiede che il tanto rimpianto campo di marte, mantenga in essere la sua destinazione sanitaria per essere sfruttata in maniera da coprire i servizi sanitari che mancano al territorio locale. La regione vorrebbe realizzarvi altre destinazioni per aumentarne l’appetibilità, ma devono capire che non si deve fare business con la sanità – conclude la Roberta Bianchi. Interviene poi Paolo Pescucci, che conferma quanto sopra descritto, aggiungendo i problemi strutturali del San Luca che già sono in evidenza. Nel 2040 ci vorrà un terzo nuovo ospedale? Allora avvantaggiamoci, riadattando l’enorme complesso del campo di marte. Ma Pescucci, poi, tocca un altro tasto dolente, sempre legato alla carenza di porti letto. Dovete sapere che dei circa quattrocentodieci posti letto promessi all’inizio, cui ne sono stati realizzati circa cento in meno, sembra che addirittura il contribuente paghi i pasti giornalieri anche per quei letti che non ci sono. Non da meno Gianluca Mascagni, dipendente della usl 2, ma presente come appartenente all’associazione per non morire di Lucca, che aderisce alle iniziative dei comitati sanità Lucca, appartenenti all’osservatorio partecipato lucchese. Pure il nuovo direttore dell’Estav, ammette che mancano i posti letto. Siamo veramente ad un livello di totale imbarazzo. La regione vuole espandere l’economia sul territorio, ma di quale territorio si parla che è già esausto?. Mascagni, in poche parole sostiene poi la sua soluzione ideale. Ci vuole una riforma, una quarta riforma sanitaria che però sancisca e definisca una volta per tutte la regola che la sanità non è un business. In fondo all’incontro, il comitato sventola il volantino recante l’invito alla raccolta firme per l’abrogazione dell’articolo 34 bis della legge regionale 40 del 2005, con lo scopo di indire un nuovo referendum per fermare la convenzioni sperimentali con il settore privato.

Alla tavola rotonda del 10 novembre prossimo alla sala Tobino di palazzo ducale, parteciperanno come relatori il prof. Gavino Maciocco, che tratterrà l’argomento delle questioni territoriali e case della salute, il dott. Alessandro Di Vito, che relazionerà sugli ospedali san Luca e Campo di Marte, il dott. Andrea Quartini, che parlerà del progetto di project financing, ed il dott. Paolo Sarti, concluderà con una sanità per il cittadino. Seguirà un dibattito aperto a tutti, e difatti, il comitato sanitario dell’ osservatorio partecipato, fa presente che tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

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