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La storia-simbolo di Luciana Tuninetti, mentre l’assessore Saitta annuncia 750 nuove assunzioni: stop al contratto da biologa “esterna” con doveri da dipendente. Il suo lavoro: selezionare sangue e plasma e inviarli ai vari reparti

Rivoli: “Io, direttrice dell’emoteca, licenziata dall’ospedale dopo 12 anni da precaria”

Dodici anni di lavoro e almeno 10 concorsi tentati e superati uno dopo l’altro per mantenere un posto di lavoro che traballa ad ogni cambio del vento all’Asl To3. «E adesso vengo buttata via come una scarpa vecchia» dice Luciana Tuninetti, 48 anni, biologa, responsabile dell’emoteca dell’ospedale di Rivoli, alle porte di Torino. Con l’esperienza di chi è scesa a patti con un contratto sempre precario, con un paio di mesi di anticipo sulla scadenza ha cominciato a chiedere lumi sul suo futuro. Ricevuta dalla direttrice sanitaria dell’Asl, Monica Rebora, ha appreso la notizia come uno schiaffo in piena faccia: «Mi ha detto che non potevano rinnovare il mio contratto e che al massimo mi avrebbero offerto una collaborazione di qualche ora e solo fino a metà 2017, troppo poco per mantenere la mia famiglia».
“Luciana Avis”, come la chiamano affettuosamente i colleghi di Rivoli e del San Luigi che collaborano con lei da oltre un decennio, è passata dall’essere una colonna indispensabile nella gestione del sangue dell’emoteca, a figurare tra gli esuberi, anche se parlare di «esuberi» non è corretto perché la biologa ha sempre dovuto lavorare come “libera professionista”. «Ho doveri da dipendente e diritti da libera professionista. Timbro il cartellino, mi devo far autorizzare le ferie ma a me non vengono pagate, così come la maternità. Quando ero incinta sono venuta a lavorare fino a quattro giorni prima del parto e sono tornata in laboratorio tre mesi dopo – racconta -Allattavo in farmacia quando i miei genitori mi portavano la bambina». Tutta questa dedizione d’un tratto le sembra sciupata. Del caso si è interessato anche il sindacato Fsi che ha scritto una lettera all’amministrazione «È assurdo, gli sprechi sono altri» dice Luigi Suez.
«Tutto dipende dall’atto aziendale approvato dalla Regione e dal piano di riorganizzazione delle reti dei laboratori che per l’Asl To3 saranno unificati col Mauriziano» dice Rebora, che definisce «anomalo» il contratto di Tuninetti. «Ci sarà una redistribuzione del personale, non potremmo giustificare la suaposizione quando abbiamo dipendenti che possiamo mettere al suo posto».
Tuninetti si ritrova in mano un pugno di promesse lasciate sospese per anni e, eventualmente, la metà delle ore di un contratto che non è mai stato faraonico: «Non posso accettarlo perché il mio stipendio serve a tutta la famiglia – dice – e soprattutto non posso accettare di essere trattata in questo modo. Ho sempre vinto quei concorsi perché non c’era nessuno abbastanza competente per fare il mio lavoro, ma ora non sono più necessaria». Un epilogo ancora più amaro di fronte a una Regione che ha appena siglato un accordo per regolarizzare 242 precari della Città della Salute, un modello «esportabile» anche secondol’assessore regionale Antonio Saitta che ha recentemente annunciato 750 nuove assunzioni in sanità entro il 2017. Dice il direttore generale dell’Asl To3 Flavio Boraso: «Nessuno ha intenzione di licenziare una professionista. Abbiamo proposto una riduzione oraria e stiamo anche verificando con il San Luigi la possibilità di una borsa lavoro».

(http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/11/03/news/_io_direttrice_dell_emoteca_licenziata_dopo_12_anni_da_precaria_all_ospedale_di_rivoli_-151239889/)

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