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Il Segretario Generale della FSI-USAE, Adamo Bonazzi, introducendo questa mattina la riunione del Coordinamento Nazionale di Comparto della Sanità, si è trovato a dover commentare e stigmatizzare le dichiarazioni Aran riportate nell’articolo pubblicato ieri sera su di un quotidiano a tiratura nazionale, a cura di Andrea Bassi dal titolo: “Statali, è fuga dal pubblico impiego (ma non dipende dallo stipendio)”  secondo cui, giovedì 25 l’Aran pubblicherà un dossier che dimostrerebbe come gli stipendi dei dipendenti pubblici siano “allineati” a quelli garantiti nei principali comparti del privato ed in cui si sosterrebbe che la retribuzione media di un funzionario pubblico è di 31.766 euro, in pratica poco più di 1.800 euro nette al mese.

Adamo Bonazzi ha dichiarato sull’argomento: “ho letto l’articolo e non conosco ancora i contenuti del dossier ma, se le anticipazioni sono riportate correttamente dal giornalista, allora in Aran qualcuno gioca con i numeri e riporta informazioni inesatte, scorrette e fuorvianti, basta leggersi le tabelle contrattuali. Nella sanità, dal 1.1.2022,  gli stipendi vanno da un minimo di € 17.811,01 ad un massimo di € 32.038,62 lordi annui e la gran parte dei lavoratori, circa i due terzi, cioè circa 400.000 (quattrocentomila) fra impiegati e professionisti della salute, è collocata in una fascia che va dai 22.000,00  ai  25.000,00 € annui circa. E nel comparto delle  Funzioni Locali la situazione è molto simile così come in quello delle Funzioni Centrali (con qualche rara eccezione) e anche nella scuola non è poi così diverso. Per arrivare a conclusioni come quella anticipata nell’articolo bisogna mistificare la realtà e rimescolare i numeri inserendo nella media anche le retribuzioni dei dirigenti. E sarebbe una mistificazione della realtà e una scorrettezza di basso profilo. Aran ha appena rinnovato dei pessimi contratti fotocopia in cui non c’è alcun elemento di soddisfazione per i lavoratori dei comparti.

Lo stipendio medio del comparto (cioè  senza area della dirigenza) dovrebbe  essere sopra i duemila euro netti mensili.

Ma grazie all’accondiscendenza di sindacati che firmerebbero qualsiasi pezzo di carta che gli passa davanti, siamo ancora distantissimi da questo risultato.”