“Qualcuno dovrebbe informarsi e pensarci bene prima di dare giudizi sommari, anche in virtù del ruolo che ricopre”. Non le manda a dire il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, Tiziano Carradori, dopo le critiche di poca trasparenza, in merito all’annuncio piano di rientro imposto all’Azienda dal Ministero, mossegli nei giorni scorsi dalla consigliera regionale pentastellata Raffaella Sensoli.
“Tutto si può dire del nostro lavoro, ma criticarci per poca trasparenza è profondamente ingiusto”. È una risposta assai piccata quella di Carradori che ha spiegato alla stampa, a margine della conferenza stampa sulla presentazione dei lavori per il trasferimento del San Giorgio a Cona, come le azioni dell’azienda Ospedaliera siano state “sempre all’insegna della massima trasparenza”, prima sulle voci e poi sull’ufficialità dell’imposizione di un piano di rientro.
Un piano di rientro che il Ministero della Salute potrebbe imporre al Sant’Anna per una contrazione di spese di 3 milioni e 128mila euro. “La Legge di Stabilità del 2015 stabiliva il piano di rientro per tutte le aziende sanitarie che si fossero trovate in un disequilibrio tra costi e ricavi superiore ai dieci milioni di euro, era il 28 di dicembre 2015. Il sottoscritto ha provveduto, già in primavera quindi ben prima del decreto attuativo emanato nel giugno di quest’anno, ad informare la conferenza socio-sanitaria e le organizzazioni sindacali, forse ho solo dimenticato di avvisare i consiglieri regionali…”.
Carradori smentisce categoricamente che l’imposizione di un piano di rientro sia stata causata da una cattiva gestione economica dell’Azienda. “Il divario tra costi e ricavi non è imputabile ad inefficienze di questo ospedale- chiarisce il dg-. Bisogna tenere conto di altri fattori: i ricavi dipendono dalle prestazioni erogate, ebbene la nostra azienda ogni anno fa uno sconto di ben 5 milioni di euro sulle prestazioni convenzionate con l’Asl. Altro elemento da considerare è che questo ospedale è stato costruito per avere ottocento posti letto, mentre ora ne abbiamo 626. Quindi pur avendo meno posti letto abbiamo una superficie per posto letto che supera quella degli altri ospedali dalla regione, questo vuol dire più spese di manutenzione e pulizia, ogni anno ci costano 6 milioni di euro”.
E poi arriva l’affondo direttamente indirizzato al Ministero. “Imporre un piano di rientro in queste circostanze- sottolinea Carradori- è uno sconfessare dinamiche e peculiarità della sanità ferrarese che a Roma dovrebbero conoscere bene. Non sottoscriverò mai il verbale del Ministero dove non sono accolte le nostre osservazioni”.
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