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Cgil Frosinone, Tomassi: una vertenza per battere lo sfascio sanitario

FROSINONE – Al segretario dell’Fp-Cgil di Frosinone e Latina, Guido Tomassi, abbiamo chiesto le ragioni della preannunciata mobilitazione dell’organizzazione sindacale che ha di fatto aperto una autentica vertenza sanità con la Regione e le Asl delle due province.
«Nelle Asl di Frosinone e Latina si registra un ingiustificato ritardo nell’attuazione dell’ Atto Aziendale vigente, soprattutto per quanto riguarda la Sanità territoriale che ne ha fatto le spese.

Basta pensare allo stato delle Case  della Salute. Le uniche funzionanti sono Pontecorvo, Sezze e Atina. A Pontecorvo registriamo un buon livello di presa in carico dei pazienti cronici, con però un proliferare di ricoveri impropri nei posti letto a degenza infermieristica, che in diversi casi sono pari anche a 10 giorni, per cui vengono usati quasi come una lungodegenza. La. casa della salute di  Atina rappresenta un felice esempio di integrazione socio-sanitaria, con un centro diurno alzheimer gestito dai Distretto Sanitario e Sociale insieme. Da circa 1 anno anche qui è stato attuato un percorso di presa in carico del diabete che ha già coinvolto 400 pazienti».
E allora?
«Mancano all’appello le case della salute di Ferentino, Ceccano e Ceprano per la provincia di Frosinone, Aprilia e Gaeta per quella di Latina. Denunciamo che fortemente penalizzato, risulta il Distretto di Alatri-Anagni, visto che nel recente piano delle Strutture Semplici aziendali, non è stata prevista nessuna struttura di assistenza domiciliare in questo territorio, Al contempo, vi e l’assurdità di aver deciso di duplicare percorsi quali il punto di primo intervento h24 e il percorso di assistenza territoriale (Pat), sempre h24, gestito dai medici di medicina generale.  Questa è la dimostrazione che siamo di fronte ad una incapacità di visione di insieme».
Quali sono le vostre richieste?
«Vorremo veramente una sanità modellata ai veri-bisogni dei cittadini. Che sicuramente eviterebbe sprechi a vantaggio della qualità delle prestazioni».

Veniamo agli ospedali!
«Cassino ha sempre avuto una vocazione legata all’area medica e ha il solo reparto di geriatria della Asl con 28 posti letto. Mancano però i medici geriatri per cui il reparto è in sofferenza, e non ha più un primario dì ruolo, Per assicurare i turni dei medici nel reparto, è stata ridotta l’attività ambulatoriale del Centro UVA di Aquino, che attualmente è ridotto (da 2) ad un solo ambulatorio. E’ stato inoltre chiuso l’ambulatorio UVA ospedaliero a Cassino, che si occupava della diagnosi dell’Alzheimer fino a 2 anni fa. La carenza di medici vede, un’assistenza inadeguata nell’area chirurgica a Cassino, dove di notte non c’è la guarda medica chirurgica, ma in caso di bisogno deve intervenire il medico del Pronto Soccorso. Denunciamo che a Cassino non si possono fare chemioterapie e che è presente solo un ambulatorio oncologico 2 giorni a settimana. Almeno un day hospital a Cassino, deve esserci. Anche la radiologia a Cassino è obsoleta. L’o­spedale di Sora ha una vocazione oncologica, ma vi è un solo fisico, che quando si assenta blocca le radioterapie. In questo ospedale attualmente per mancanza di medici radiologi, sono bloccate le prestazioni diagnostiche per gli esterni (ecografie, tac, etc.) Per quanto riguarda l’ospedale di Frosinone, vi è una grande crisi della Medicina per mancanza di medici e infermieri che è conseguenza di degenze troppo lunghe (non si fanno le dimissioni), per cui anche il Pronto Soccorso va continuamente in sofferenza con bloc­co delle ambulanze, e problemi vari. Inoltre una denuncia forte da fare, è lo scandalo dell’assenza di una elisuperficie per gli elicotteri vicino al più importante ospedale della provincia. Gli ospedali di Alatri e Fondi sembrano progressivamente destinati a scomparire. Discorso a parte per Anagni dove l’ospedale è rimasto solo come prestatore di prestazioni ambulatoriali».
Quali scopi avete con la annunciata mobilitazione?
«Il nostro obiettivo è quello di lanciare una vera vertenza sanità a livello locale con i direttori generali di Frosinone e Latina e con la Regione Lazio da parte della Cgil Roma Lazio e della nostra categoria e della FP. Abbiamo bisogno di rilanciare l’idea di una sanità pubblica e solidaristica che permetta a tutti, in egual misura, di curarsi indipendentemente dalla sua ragione sociale. Tutte le forme di sanità privata devono essere integrative e non sostitutive del sistema sanitario pubblico. Occorre studiare i veri fabbisogni del territorio e strutturare un modello sanitario  più fruibile ed efficiente. Bisogna uscire definitivamente dal commissariamento e sbloccare il turn over».

http://www.linchiestaquotidiano.it/news/2016/10/22/cgil-frosinone,-tomassi-una-vertenza-per-battere-lo-sfascio/15403

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