Trovato l’accordo tra azienda e sindacati: congelato il cambio di contratto a fronte di alcune rinunce dei lavoratori. Una trattativa lunga e serrata che si è protratta fino alle 2 di notte ma che ha prodotto il pre-accordo che verrà votato dai 1.700 lavoratori della Fondazione Sacra Famiglia mercoledì 30, giovedì 1° e venerdì 2 dicembre. Al referendum sono chiamati i dipendenti delle 16 filiali della Onlus lombarda: nella struttura di Verbania sono in 160 tra infermieri, operatori sanitari, tecnici e amministrativi. Di martedì è lo sciopero indetto per bloccare la decisione unilaterale del datore di lavoro di far fronte alle difficoltà economico-gestionale trasformando i contratti del comparto della sanità privata in quello del settore socio-assistenziale. Un passaggio da cui deriva un aumento dell’orario settimanale di due ore e la perdita di altri diritti acquisiti. «L’intesa siglata nella notte, dopo 12 ore di strenuo confronto, consente di congelare la situazione fino al dicembre 2019. A fronte di ciò i lavoratori rinunciano a 4 giorni di ferie, le festività soppresse, e ai premi di incentivazione e di risultato che mediamente incidono per 350-500 euro all’anno» spiega Massimo Pregnolato di Cgil, sigla che ha sottoscritto il verbale dell’intesa con Cisl, Coub e 22 delle 25 Rsu presenti. Si sono astenuti Fials, Uil e Cobas.
Una notte di trattative
Alla nottata di trattative ha partecipato il direttore del personale dell’Onlus Alessandro Palladini che ha più volte sottolineato come interesse della fondazione con sede a Cesano Boscone sia giungere a una soluzione che garantisca insieme sostenibilità dell’attività dell’ente e la salvaguardia dei livelli occupazionali con quella dei servizi prestati nelle diverse strutture sanitarie e assistenziali. «Con il congelamento della trasformazione contrattuale evitiamo il rischio di esuberi: aumentando il monte ore di ciascun lavoratore alla fine qualcuno sarebbe stato di troppo. Va detto anche – chiarisce Maria Pia Mascetta di Cisl Funzione Pubblica – che si è convenuto di prorogare per un altro triennio il Contratto integrativo aziendale, disdettato a marzo, che consente una comparazione economica tra i lavoratori con contratto Aris e quello meno vantaggioso Uneba. In questo modo tutti, ad esempio, si vedono garantiti la medesima indennità di turno e la copertura di stipendio durante i mesi di maternità».
Le rinunce accettate dai sindacati – con un mandato siglato dalla grande maggioranza delle Rsu – non verranno chieste solo al personale infermieristico e tecnico. L’impegno è estenderlo, in modo che non vi siano differenze di trattamento, ai medici e direttori di struttura, piccole unità rispetto al grosso dell’organico.
http://www.lastampa.it/2016/11/19/edizioni/verbania/cronaca/prove-dintesa-alla-sacra-famiglia-cos-evitiamo-gli-esuberi-zKnyfhqzUdRQMXraqSjLFP/pagina.html