SANITA’ ROVIGO Incredibile denuncia del sindacato Fp Cgil col segretario Riccardo Mantovan: “Avviati controlli sulle condizioni igieniche di 1500 dipendenti”. Gli stessi che lavorano come muli per le carenze di organico.
Verifiche sulle condizioni igieniche di 1500 tra infermieri e Oss dell’Ulss 18. Questo il programma che avrebbe avviato, segnala la sigla della Funzione pubblica di Cgil, l’azienda sociosanitaria Ulss 18. Quanto basta per irritare il sindacato che, in un momento in cui le carenze di organico costringono il personale a doppi turni, ferie e riposi saltati, non ritiene esattamente una priorità verificare quanto si lavino i dipendenti.
Rovigo – “Per la Cgil in Ulss 18 si è superato il limite di insolenza. In un momento nel quale è lotta feroce tra le corsie per riuscire a coprire i turni di lavoro rimaniamo sconcertati nell’apprendere che la la dottoressa Maria Teresa Bernardi, responsabile della Direzione delle professioni sanitarie e tecniche di questa azienda, ritiene prioritario attivare una commissione di verifica delle condizioni igieniche degli operatori che orbitano nella sua area di gestione”. Attacco frontale del segretario di Fp Cgil Riccardo Mantovan, sconcertato dall’iniziativa presa dai vertici dell’azienda sociosanitaria Ulss 18.
“Parliamo – prosegue – di circa 1500 professionisti, principalmente Infermieri e Oss – ossia operatori sociosanitari, che saranno sottoposti a verifica individuale con tanto di rilevazione di specifici indicatori che andranno a comporre una scheda di igiene personale. Ci immaginiamo gli infermieri in fila con le braccia alzate e le ascelle passate in rassegna dal famoso naso dell’Ulss 18!”.
“Risulta quantomeno banale pensare che come possibili utenti non possiamo non essere d’accordo sul fatto che è meglio essere assistiti da un medico, un infermiere o un Oss profumato o che almeno non puzzi, anche se credo che per questo basti seguire le regole di decoro e civile convivenza in quanto, tra l’altro dipendenti pubblici. Siamo convinti, invece, sia enormemente più importante pensare ad assunzioni, riorganizzazioni e formazione del personale che deve essere messo nelle condizioni di operare in sicurezza per esprimere qualità nel servizio”. “Da tempo infatti l’Ulss 18 versa in condizioni disastrose dal punto di vista della carenza degli organici, tanto da mettere a rischio reparti e servizi. Altro che annusare ascelle!” sbotta quindi Cgil.
“Come Cgil vogliamo dire pubblicamente alla dottoressa Bernardi che è quantomeno avvilente ed offensivo vedere impegnate risorse umane ed ore lavoro per la verifica dell’igiene dell’ascella di lavoratori che con la loro professionalità e immensa pazienza e disponibilità hanno tenuto e stanno tutt’ora tenendo in piedi questa azienda ormai al limite del collasso”.
“Come Cgil Funzione pubblica diciamo a questa Azienda e alla dottoressa Bernardi di occuparsi di cose serie come ad esempio della prossima riforma del sistema sanitario Veneto, di fusione delle nostre due Ulss provinciali, di riorganizzazione dei presidi ospedalieri e dei servizi nel territorio, di organici e di orario di lavoro”.
“Occupiamoci di dare un servizio professionale di qualità e in massima sicurezza in linea con i bisogni di chi si affida ad un sistema sanitario perché ne ha necessità e dal quale vorrebbe risposte. Risposte che possono essere date con qualità e sicurezza soltanto se i lavoratori che devono erogarle tutte i giorni sono messi nelle condizioni di operare con turni di lavoro regolari e con i dovuti riposi, nel rispetto della professione e della persona”.
“Iniziamo a dare delle risposte a questi lavoratori che lavorano dieci giorni di fila, saltando riposi, costretti a doppi turni di notte o a giornate di lavoro di 12 ore filate senza previsione di pausa. In lotta tutti i giorni con organici talmente ridotti da vivere le ultime ore del turno con l’ansia che non arrivi il collega a darti il cambio. Ferie, recuperi e formazione? Utopia!”.
“Come Cgil – è la conclusione – chiediamo a questa azienda di porre un obiettivo che non potrà non essere condiviso da parti sociali, politica e soprattutto dai cittadini. Pensiamo ad una riorganizzazione generale dei nostri presidi ospedalieri e dei servizi nel nostro territorio per dare risposte ai bisogni della popolazione tenendo in giusta considerazione i diritti dei lavoratori. Lavoriamo insieme per risollevare le sorti dell’Azienda più grande del Polesine”.
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