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La Direzione Strategica dell’ASP di Enna esprime profondo rincrescimento per la nota inviata alla stampa dal Segretario della UIL, sig. Giuseppe Adamo, in concomitanza con il decesso di un dipendente dell’Azienda. Rincrescimento perché i toni e il contenuto della suddetta appaiono del tutto fuori luogo e non consoni al momento di cordoglio condiviso dall’intera Azienda nei confronti della prematura scomparsa di un proprio lavoratore, che meriterebbe rispetto e silenzio. L’organizzazione sindacale avrebbe dovuto scegliere, in questo frangente, altre modalità per evidenziare quanto segnalato.

A tal proposito, corre l’obbligo di evidenziare l’atteggiamento della suddetta organizzazione sindacale che, nell’ottobre 2015, ha presentato una denuncia alla Procura e ad altri destinatari sulla nomina del Medico Autorizzato e sugli atti preventivi inerenti la sorveglianza medica dei lavoratori nelle sezioni radiologiche per poi ritirarla in data 11/10/2016.

Sempre ai fini di una corretta informazione e per rassicurare i lavoratori e la cittadinanza, si elencano le seguenti azioni poste in essere dall’Azienda per la tutela e la sicurezza del lavoro nelle sezioni radiologiche:
· Tutto il personale radio esposto è sottoposto a sorveglianza personale atraverso le visite del medico autorizzato con periodicità annuale;
· Ogni lavoratore radio esposto ha in dotazione un dosimetro che segnala la dose di radiazioni assorbite durante il lavoro;
· Tutti gli ambienti ove vengono utilizzate attrezzature che emettono radiazioni ionizzanti sono sorvegliati tramite dosimetri ambientali che indicano la dose di radiazioni eventualmente presenti nell’ambiente circostante;
· È stato istituito l’ufficio di radioprotezione cui responsabile è la dott.ssa Di Conza , dirigente medico di Radiologia;
· La commissione radiologica aziendale si riunisce periodicamente e non ha mai ricevuto segnalazioni di anomalie nell’esposizione dei lavoratori;
· Gli ultimi controlli fatti sulle apparecchiature eseguiti il 22.10.2016 a Enna e il sei dicembre a Piazza Armerina non hanno rilevato alcuna anomalia.

Si ritiene, pertanto, che le preoccupazioni e l’allarme lanciato con la nota della UIL siano assolutamente infondati e anche dannosi. La suddetta nota risulta pubblicata in diverse testate in alcune delle quali si è dato spazio a commenti che non risultano essere stati sottoposti ad alcun controllo in ordine ai possibili effetti dannosi sulla efficace erogazione dei sevizi sanitari offerti dall’Ospedale di Enna.

In riferimento, poi, alla dichiarazione rilasciata dalla dott.ssa Minacapilli, responsabile delle cure domiciliari presso la nostra provincia (n.d.r.: responsabile della Samot e che ha dichiarato “L’incidenza è alta. Da noi 83 pazienti”), nella quale la stessa asserisce che a Enna c’è un’incidenza più alta di tumori rispetto alle altre province, con gran piacere possiamo smentire tali dichiarazioni in quanto i dati 2014 del Registro Tumori della Provincia di Enna, agganciato al Registro Tumori di Catania e Siracusa, unico strumento ufficiale sull’incidenza dei tumori del territorio, mostrano dati assolutamente in contrasto con tali dichiarazioni, ponendo Enna tra le province a più bassa incidenza in Sicilia.


Intanto, interviene il dott. Gaetano Alberghina, primario del reparto il quale esordisce che le condizioni di sicurezza del reparto sono eccellenti e sono controllate periodicamente: «Non credo che le morti siano state causate dalla mancanza di sicurezza nel reparto, sono propenso a credere che si tratti di coincidenze sfortunate che sono andate a colpire cinque nostri dipendenti. Tra l’ altro, c’ è da sottolineare che due mesi fa c’ è stato un attento controllo e la situazione è stata dichiarata normale. Così come escludo che possa no esserci in reparto “spifferi radioattivi” che possono andare a colpire gli addetti ai lavori o gli utenti».
«Certo la direzione sanitaria – aggiunge Alberghina – può programmare “motu proprio” un intervento dei nostri esperti per effettuare ulteriori controlli circa la sicurezza del reparto. Certo la spinta emotiva è stata notevole, perché cinque persone del nostro reparto sono morti proprio per tumore e, quindi la spinta emotiva lancerebbe un allarme, ma elementi certi per sostenere questa tesi allo stato attuale non ce ne sono. Ovviamente aspettiamo le decisioni della direzione generale per conoscere come intende muoversi e quali risposte potrà dare non solo all’organizzazione sindacale che ha posto il problema ma anche agli utenti della provincia di Enna».
La nota del Sindacato UIL:

Grido di allarme da parte del segretario generale della Uil Funzione Pubblica, Giuseppe Adamo, secondo il quale ci sono troppe morti nel reparto di Radiologia o comunque di chi lavora a stretto contatto con le radiazioni. Adamo si chiede: «Siamo sicuri che i lavori per la realizzazione del nuovo padiglione siano stati fatti ad opera d’ arte per garantire la sicurezza nei posti di lavoro?».
Adamo parla della scomparsa di un altro tecnico di radiologia: «Basilio Verde, Maria Rita Nasonte, Gaetano Bellomo e in ultimo Lello Liuzzo, alla cui famiglia vanno le condoglianze della Uil Fpl di Enna, sono le vittime della malcapitata Radiologia dell’ Umberto I – commenta Adamo – È inspiegabile questa altissima incidenza di tumori ed è per tale motivo che chiederemo una ispezione al ministero della Salute e ai Nas. Altri dipendenti sono riusciti a salvarsi ma è assolutamente imbarazzante elencare i tanti lavoratori che impegnati quotidianamente nella propria attività lavorativa devono rischiare la vita. Non siamo dei tecnici ma qualcosa, probabilmente, non funziona. L’ ispezione che chiederemo deve tendere a scoprire se il problema è nella progettazione e messa in opera dei locali della Radiologia dell’ Umberto I; di recente nel nosocomio ennese sono accadute cose strane come lo smantellamento del bar allocato nelle adiacenze della stessa Radiologia e rimosso a seguito di una denuncia della Uil Fpl perché privo, a quanto pare, delle preventive autorizzazioni e posto nelle via di fuga e di sicurezza dell’ospedale». «Non può essere casualità – sottolinea Giuseppe Adamo – perché anche in sala operatoria, per esempio, alcuni dipendenti riescono a salvarsi per miracolo. A quanto pare non esiste una concentrazione cosi alta di indici tumorali in altre radiologie siciliane. Sembrerebbe, infine, che le apparecchiature funzionino a singhiozzo in quanto obsolete e le porte di sicurezza rotte che non si chiuderebbero bene cosi come al nosocomio di Piazza Armerina». Adamo presenterà una denunzia circostanziata anche al Ministero della Salute della situazione dell’ospedale Umberto I”.

La notizia della denunzia dell’ Uil Funzione pubblica sulle morti nel reparto di Radiologia si è sparsa velocemente.

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