“In questo contesto i soggetti privatistici di varia natura che gestiscono i servizi di assistenza sono fermi sui rinnovi contrattuali. Tra questi esiste persino qualche associazione datoriale che pensa bene di recuperare competitività sulle spalle di lavoratrici e lavoratori, sottoscrivendo contratti pirata e scaricando di fatto sul personale i costi della crisi” stigmatizzano in un comunicato congiunto diffuso tra i partecipanti Michele Vannini della Fp Cgil, Franco Berardi della Cisl Fp, Aurora Blanca della Cisl Fisascat, Paolo Proietti della Uiltucs e Domenico Proietti della Uil Fpl.
Le federazioni di categoria in particolare puntano il dito contro “Anaste che nel mese di dicembre scorso ha sottoscritto con organizzazioni sindacali non rappresentative un Ccnl nettamente peggiorativo rispetto alle condizioni medie di contratti nazionali di settore già scaduti, dopo mesi di trattativa con Cgil, Cisl e Uil”.
“I risultati di questa operazione – prosegue la nota – sono retribuzioni da fame, carichi di lavoro insostenibili, peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro con tutele ridotte e un gap retributivo rispetto al settore pubblico di oltre il 30%”.