È incostituzionale, per l’evidente conflitto di interesse nella nomina dei componenti ministeriali, la Commissione centrale professioni sanitarie (Cceps), ossia l’organismo che giudica gli appelli alle sanzioni inflitte dagli Ordini a medici, odontoiatri e agli altri professionisti della salute.
La Consulta, in una sentenza del 7 ottobre, ha così cancellato la Commissione d’appello dei camici bianchi, già ferma ormai da oltre un anno e mezzo in attesa proprio di questa sentenza.
Un’attesa che ha determinato una vera e propria paralisi per le decisioni legate sanzioni disciplinari. Con un doppio danno per i medici infermieri veterinari ect che non possono veder riconosciuto il loro diritto all’appello e per l’inapplicabilità di sanzioni a professionisti che hanno violato palesemente le regole, visto che chi ha fatto ricorso, secondo la legge, può continuare a esercitare in attesa della pronuncia della Cceps.
La sentenza della Corte costituzionale n. 215/2016 (presidente Paolo Grossi) parte dall’appello di un dentista straniero e porterà a una modifica epocale del sistema di ricorso alle sanzioni comminate dagli Ordini professionali. Dopo la lunga attesa per questa sentenza, i giudici della Consulta hanno sancito l’illegittimità Costituzionale della norma, datata 1946, nella parte in cui si prevede la nomina di due componenti designati dal ministero della Salute che sceglie i “giudici” tra i suoi funzionari.
Un chiaro conflitto d’interesse poiché il ministero, in cui ha anche sede la Commissione, è ente vigilante.
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