Riceviamo e pubblichiamo. Lamberto Mecorio, segretario generale della Uil Fpl di Viterbo: “Un corso che sono sicuro rappresenterà un valore aggiunto per tutto il territorio e il servizio sanitario viterbese e regionale”, in merito alla Scuola di Alta Formazione in Infermieristica Forense istituita dal Centro per gli Studi Criminologici di Viterbo per individuare e fornire conoscenze giuridiche, criminologiche, medico legali e organizzative strettamente connesse con le professioni sanitarie. Le iscrizioni sono aperte fino al 12 novembre.
“Una scelta – prosegue Mecorio – per accrescere le proprie competenze sia in ambito ospedaliero sia all’esterno delle strutture sanitarie, favorendo la collaborazione con le altre professioni giuridico/legali che interagiscono a qualsiasi titolo con la Sanità”.
Il corso, per il quale è stato richiesto il patrocinio di Prefettura, Provincia e Comune di Viterbo, Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionali, Assistenti sanitari, Vigilatrici d’infanzia (IPASVI di Viterbo) e Fondazione Caffeina, vede la direzione scientifica e didattica, rispettivamente, di Claudio Mariani e Rita Giorgi.
Al termine della formazione verrà rilasciato un Attestato di Frequenza in bollo riconosciuto dalla Regione Lazio, comprovante le competenze acquisite per svolgere il ruolo di CTU, CTP e Perito in ambito Infermieristico-Forense.
“L’infermiere legale-forense – spiega il direttore scientifico, Claudio Mariani – è una professione altamente specializzata la cui necessità è stata inizialmente avvertita all’inizio degli anni 2000 negli Stati Uniti e successivamente riconosciuta non solo oltreoceano ma anche in Europa, prevalentemente nei Paesi del Regno Unito, in Olanda e in Svezia. In Italia si sta affermando in alcune delle sue espressioni caratteristiche specialmente in diverse Asl della Toscana e dell’Emilia Romagna.
La circostanza che altrove tale figura non sia ancora prevista, denota per alcuni aspetti una certa lentezza nel recepire l’esigenza di una figura professionale così specializzata, ma al tempo stesso attesta l’ingresso in campo medico sanitario di una nuova e preziosa presenza con tutte le opportunità di impiego ad essa connesse per una professione in via di sicuro sviluppo”.
Le competenze dell’infermiere forense si articolano su tre campi di azione:
1) l’interpretazione degli “eventi sentinella” necessaria alle attività di prevenzione o di indagine su episodi a seguito dei quali si siano verificati decessi dovuti a comportamenti dolosi o colposi; questo settore implica non solo la conoscenza e la corretta valutazione dei rischi ma anche una attenta osservazione e disamina dei casi seriali;
2) attribuzione del c.d. “codice rosa” assegnato in virtù di una corretta lettura di alcuni segnali del paziente (ricoverato o in regime di pronto soccorso) dai quali è possibile evincere una pregressa violenza fisica o psicologica; molto spesso le donne oggetto di violenza o i bambini abusati possono nascondere per legittimi timori le aggressioni subite;
3) la presenza dell’infermiere sulla “scena del crimine”, dove spesso interviene con l’obiettivo primario di salvare una vita ma al tempo stesso con il rischio quasi inevitabile di inquinare l’ambiente e conseguentemente alterare le indagini; la specializzazione della nuova figura infermieristica consente una corretta modalità di intervento sulla scena del crimine ed una preziosa collaborazione con gli inquirenti e le autorità di Polizia giudiziaria.
“Il corso – prosegue il direttore didattico, Rita Giorgi – punta ad individuare e fornire le conoscenze giuridiche, criminologiche, medico legali e organizzative strettamente connesse con le professioni sanitarie. Ha infine come obiettivo anche quello di stimolare dinamiche pluridisciplinari tra professionalità diverse ma che operano nel settore della salute pubblica e privata”.
Uil Fpl Viterbo