Ruggi. Parte la ‘rivoluzione digitale’: presenze rilevate con le impronte. Sembrava il primo giorno di scuola: sorrisi, imbarazzi e battute tra i primi dipendenti dell’Azienda ospedaliero-universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, chiamati a ‘marcare il cartellino’ con l’impronta digitale.
Una vera e propria rivoluzione,entrata in vigore ieri, che vede il ‘Ruggi’ tra i primi ospedali in Italia, sicuramente primi in Campania, a ricorrere a tale misura con l’avallo del Garante della privacy,per monitorare la presenza del personale. Il provvedimento, voluto dal Direttore generale Nicola Cantone, arriva dopo la maxi inchiesta della magistratura che ha ‘pizzicato’ 800 situazioni anomale nell’uso del cartellino.
I tempi.
Per il momento il nuovo marcatempo coinvolge i dipendenti dell’Ufficio Personale e del Ced (Centro elaborazione dati); dal tre novembre prossimo, la rilevazione biometrica coinvolgerà tutta la struttura di viale San Leonardo e, dopo sette giorni,i presìdi ospedalieri annessi presenti sul territorio provinciale.
Ieri, mentre il personale timbrava usando il nuovo rilevatore di presenze, si è formato nella hall della palazzina ammininistrativa, una sorta di capannello di curiosi intenti a commentare, a guardare. Era l’ora di pausa e c’erano molte persone. Non tutti sembravano d’accordo con la nuova misura di controllo ma i mugugni sono destinati a spegnersi. E anche presto. Chi non approva è anche coinvolto nell’inchiesta e la polemica non trova appiglio alcuno.
Il provvedimento infatti si è reso necessario dopo la maxi inchiesta della magistratura, denominata “Just in time”, che ha pizzicato 800 ‘furbetti del cartellino’ alle prese con l’uso anomalo del badge. C’era chi si faceva marcare e chi, invece, dopo la ‘strisciata’ lasciava l’ospedale per recarsi al mare, al supermercato, a giocare a carte. Posizioni giudiziarie vagliate singolarmente che hanno portato al licenziamento di nove persone.
Ora, mentre la magistratura segue il suo corso, e l’Ufficio Personale aziendale vaglia la posizione di circa 200 persone, le impronte digitali appaiono come deterrente: la marcatura è personale. Il funzionamento è semplice.
Si parte dall’assunto fondamentale: l’impronta non verrà archiviata in nessun data base. Ciò detto, sul nuovo badge risulteranno(precedentemente caricati) dei punti caratteristici del dito chiamate minuzie. A questo punto, l’immagine dell’impronta diventa una mappa di punti. La mappa delle minuzie, opportunamente elaborata, viene codificata diventando impronta (template).Per il riconoscimento definitivo, la persona deve anche appoggiare il dito sullo scanner che darà vita a controlli incrociati.Dunque, nessuna violazione di privacy per i dipendenti dell’azienda i cui dati non saranno conservati in alcun database, così come dettagliatamente spiegato nella richiesta inviata a marzo e giugno scorsi dagli allora commissari straordinari del Ruggi.
Ruggi. Parte la ‘rivoluzione digitale’: presenze rilevate con le impronte