Ruolo dei sindacati non è tramontato
Il dibattito che si sta sviluppando in queste settimane sulla «crisi» del sindacato in Campania mi spinge a chiedere spazio sul Corriere del Mezzogiorno per chiarire alcuni aspetti di quello che qualche commentatore non esita a definire il tramonto del sindacalismo confederale, limitandosi a osservare che reggono solo, con fatica, le attività di categoria. Paventando, in qualche modo, un rifugio neo-corporativo di sopravvivenza.
Che l’attività del sindacato confederale e, quindi, della Cgil sia profondamente cambiata non c’è dubbio. I «fasti» antichi, che riempiono di nostalgia tanti sinceri militanti, ma specialmente chi del sindacato ha fruito a piene mani, non sono ripetibili. Ricordo stagioni difficili, anni complicati, quando però spesso si ottenevano risultati, sempre frutto di lotte e sacrifici. In quegli anni si trovavano migliaia di lavoratori in poche aziende, spesso concentrate in uno spazio limitato. Adesso servono decine di aziende per trovare qualche centinaio di lavoratori. La crisi infinita ha fatto il resto. Il territorio è la nostra nuova fabbrica.
Quindi partire dal territorio significa stare vicini a tutte le difficoltà e i problemi: animiamo attività sociali, siamo insieme a chi lotta contro la criminalità, accompagniamo decine di giovani sui «campi della legalità» (beni confiscati), portiamo nelle scuole la cultura dei diritti e dei doveri, della solidarietà e della memoria. Lottiamo per la parità di genere e la pratichiamo, per il riconoscimento dei diritti tra chi, comunque, esprime la propria affettività. Siamo il sindacato più impegnato con decine di compagne e compagni, in tutte le provincie, per l’accoglienza dei migranti e contro il loro sfruttamento.
Solo la Cgil va nei luoghi del caporalato selvaggio. La settimana scorsa, nel Casertano, abbiamo incontrato migliaia di lavoratori «invisibili», nuovi schiavi, che non conoscono nemmeno la parola «diritti». La legge di contrasto al caporalato appena approvata è anche frutto delle nostre lotte e della nostra storia che con Di Vittorio ci impegna a partire dalla «terra». Forniamo servizi previdenziali, fiscali, di indirizzo ai diritti a più di trecentomila cittadini, lavoratori e immigrati, con i nostri operatori, per circa l’80% in modo gratuito.
La manifestazione dei lavoratori della sanità privata dei giorni scorsi, purtroppo non unitaria, ha dimostrato la forza e la vitalità che ancora ci caratterizzano. Lottiamo non solo per i posti di lavoro, ma per poter garantire migliore qualità della vita, con servizi adeguati, a tutti i cittadini. La Cgil è impegnata a fianco dei lavoratori nelle vertenze più difficili, Almaviva, Gepin, Fonderie Pisano, che si aggiungono alle circa 600 vertenze che seguiamo nelle innumerevoli zone di crisi. Ciò significa cercare di salvare il lavoro di decine di migliaia di persone, il reddito di migliaia di famiglie. Per fare questo siamo su tutti i tavoli di confronto costruiti, con grande fatica, con i livelli istituzionali. Non molleremo nessuna vertenza.
La Cgil in Campania ha più di 300 mila iscritti, ha raccolto circa 200 mila firme per sostenere la «Carta dei Diritti universali del lavoro» e tre referendum che prevedono, tra l’altro, l’abolizione dei voucher. La Cgil è un’organizzazione democratica. A chi solamente critica diciamo: venite, partecipate, iscrivetevi e, se avete idee e consenso, potete condizionare e indirizzare la nostra attività, dai giovani e precari di Nidil-Cgil agli anziani e pensionati di Spi-Cgil.
Certo, tutte queste attività la Cgil le fa con le categorie che hanno le loro particolarità, ma sempre in ottica confederale: partire dallo specifico ma salvaguardando il bene comune, cioè i diritti di chi lavora e dei cittadini, anche rafforzando il concetto dei «doveri» che ognuno deve garantire in un Paese civile e democratico, che comunque non potrà mai fare a meno di un sindacato forte, consapevole e dalla parte degli ultimi.
Non nascondiamo certo le difficoltà, anche di ordine organizzativo e finanziario, ma i nostri sforzi stanno producendo i primi frutti. Non basta, faremo di più e meglio. Infine, non sarebbe male un dibattito pubblico su questi temi e sulla classe dirigente della Campania che vive una stagione di «commissari» che francamente (e lo dice un commissario), sembra eccessiva e comunque da superare.
Giuseppe Spadaro, Commissario Cgil Campania su http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/16_ottobre_22/ruolo-sindacati-non-tramontato-ad61b3bc-9832-11e6-baa2-c1453c894d57.shtml