All’ospedale di Cairo non è sfruttato il potenziale delle sale operatorie per problemi organizzativi? E’ quanto afferma il coordinatore della Rsu, Massimo Scaletta in una lettera indirizzata al direttore generale dell’Asl 2, Eugenio Porfido, e ai direttori amministrativo e sanitario dell’Asl 2. Un nodo, del resto, già sottolineato anche dal Comitato Sanitario Locale, con particolare riferimento alla Chirurgia della mano, «praticamente operativa solo sulla carta», nella recente assemblea pubblica con i sindaci.
Scaletta va, però, oltre. Infatti afferma: «L’attività chirurgica presso l’Ospedale di Cairo sembra essere in forte diminuzione a causa di problemi organizzativi. Questa condizione comporta sottoutilizzo di risorse umane, diseconomie strutturali e, a fronte delle lunghe liste di attesa per interventi di chirurgia vascolare, ortopedia del piede ed artroscopia, una sofferenza per gli utenti. Ci risulta che la sala operatoria del nosocomio, peraltro di recentissima costruzione, potrebbe essere utilizzata in modo consistente da alcuni chirurghi disponibili ad attività in questa sede. Quest’ultima è una condizione che nel passato sembrava molto difficile da realizzarsi, quindi a maggior ragione sarebbe da cogliere, evitando così che sedute operatorie già programmate restino vuote per la mancanza di chirurghi». Per Scaletta, infatti, l’Ospedale di Cairo, «seppur piccolo, può essere una valida risposta alle necessità indirizzata ai piccoli interventi, avendo con l’annessa Day Surgery, il necessario strutturale e l’adeguata esperienza professionale». C’è chi, però, fa notare che occorrerebbe verificare nel concreto, al di là delle generiche affermazioni del sindacalista, quali chirurghi davvero sarebbero disposti ad operare a Cairo; così come se l’ospedale avrebbe le capacità di rispondere a certe esigenze.
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