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Sono di dominio pubblico i fatti della Geriatria ULLS Rovigo, ai quali si aggiungono le dichiarazioni dell’OPI competente, che in un panegirico di giustificazioni non richieste si è completamente dimenticato di spendere una sola parola di attenzione e vicinanza per i cittadini coinvolti loro malgrado nella vicenda, tamponati ex post o senza referto ex ante.

Che chi rifiuti di vaccinarsi non sia untore è pacifico, altrettanto pacifico è entrare in una struttura complessa di una ULLS per essere curato per una patologia e non infettarsi di CoViD, e di chi sia o non sia la responsabilità è compito della Procura che infatti sta indagando.

Altrettanto logico sarebbe che gli Ordini parlassero più un linguaggio istituzionale che in sindacalese.

Ipse dixit: «Allo stato attuale non esiste un obbligo giuridico che imponga agli operatori sanitari di vaccinarsi, per cui chi rifiuta non può essere
sanzionato. Pur ribadendo con forza e promuovendo l’importanza di aderire alla campagna vaccinale, sanzionare un professionista per il solo fatto che non si
vaccina costituisce un atto illecito per l’ordinamento di uno stato di diritto.”

L’invito a tutti gli attori istituzionali alla prudenza e a mantenere lucidità necessaria è quindi condivisibile.

Ordine degli infermieri: «No strumentalizzazioni, chi rifiuta il vaccino non è un untore»

ROVIGO – «Gli operatori sanitari sono consapevoli dell’importanza della vaccinazione così come dell’utilizzo corretto dei dispositivi di protezione
individuale per arginare la pandemia. Non ci risultano colleghi “no vax” tra gli iscritti della provincia». È chiara la posizione espressa dal consiglio direttivo
dell’Opi, l’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Rovigo circa le dichiarazioni sul nuovo focolaio di infezione da covid-19 che ha
interessato la geriatria del nosocomio rodigino. «Attribuire – sottolinea il presidente dell’Opi provinciale – la responsabilità del contagio ai professionisti sanitari appare alquanto
improbabile visto che tutti i professionisti sono tenuti a indossare i dispositivi di protezione individuale messi a disposizione dall’azienda.

È plausibile il contrario, ossia che i professionisti siano stati contagiati durante l’erogazione dell’assistenza diretta a pazienti risultati poi positivi».

CACCIA ALLE STREGHE

L’invito è a non perdere lucidità. «Non conosco l’identità, né le motivazioni  di chi ha ritenuto di non sottoporsi al vaccino secondo le
modalità previste dall’azienda sanitaria. Ritengo però si debbano vagliare le posizioni caso per caso. Non si possono escludere casi in cui per terapie in
corso ci siano diminuite difese immunitarie o situazioni di allergie individuali. In questo caso non parlerei di un rifiuto a priori, motivato da
posizioni “no vax”, quanto di situazioni personali valutate in relazione a condizioni del momento. Qualcuno potrebbe anche aver tenuto in considerazione i
possibili effetti collaterali». «Allo stato attuale  non esiste un obbligo giuridico che imponga agli operatori sanitari di vaccinarsi, per cui chi rifiuta non può essere
sanzionato. Pur ribadendo con forza e promuovendo l’importanza di aderire alla campagna vaccinale, sanzionare un professionista per il solo fatto che non si
vaccina costituisce un atto illecito per l’ordinamento di uno stato di diritto.. «Il rischio è di
passare da “eroi” a “untori” – aggiunge -. Tutti noi conosciamo l’importanza della vaccinazione e del corretto utilizzo dei dpi come mascherine, guanti e distanziamento». Piena condivisione quindi, alle posizioni espresse dai sindacati di categoria Uil e Cgil contro le dichiarazioni del commissario dell’Ulss polesana, Compostella preoccupato per l’adesione del personale di Geriatria alla
campagna vaccinale: su 24 infermieri in forza al reparto, 8 (33%) al momento non avrebbero aderito alla campagna vaccinale otto infermieri su 2 e 8 operatori
sociosanitari, oss, su 12 (66%).

NO STRUMENTALIZZAZIONI

«Allo stato attuale  non esiste un obbligo giuridico che imponga agli operatori sanitari di vaccinarsi, per cui chi rifiuta non può essere
sanzionato. Pur ribadendo con forza e promuovendo l’importanza di aderire alla campagna vaccinale, sanzionare un professionista per il solo fatto che non si
vaccina costituisce un atto illecito per l’ordinamento di uno stato di diritto. Invitiamo tutti gli attori istituzionali alla prudenza. In questo momento drammatico e unico nella storia del nostro Paese, occorre rimanere sereni e mantenere la lucidità necessaria per non scatenare una “caccia alle streghe”, che abbia come ingiustificato bersaglio i professionisti sanitari. Gli infermieri
del nostro territorio, in quanto professionisti che basano la propria attività sulle evidenze scientifiche, riconoscono senza se e senza ma l’importanza dei
vaccini, come mezzo per debellare le epidemie e contribuire al progresso dell’umanità. La minoranza che ancora non ha aderito alla campagna vaccinale promossa dall’azienda, ha preso questa decisione, secondo quanto ci risulta, non per rifiuto tout court o per posizioni negazioniste, ma perché in una situazione personale di maggior rischio o perché preoccupati dai possibili effetti di un
vaccino del tutto nuovo, di cui ancora sono ignoti possibili effetti a lungo termine».

ilgazzettino.it/nordest/rovigo/geriatria_infermieri_no_vax_pandemia-5753807.html

 

https://mattinopadova.gelocal.it/regione/2021/02/10/news/geriatria-a-rovigo-pazienti-morti-e-infermieri-no-vax-la-procura-indaga-1.39883367?ref=fbfmp&fbclid=IwAR3oiYX-HwSlCacXmcgTojNAhVKUiFPhtndxiIujrZK6U4gB3Z9zjF0jWsI

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