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Riforme: sanità, perché privatizzare non serve

Per garantire un sistema di welfare efficiente è essenziale mantenere un buon equilibrio tra settore pubblico e privato

4 ottobre 2016

Da tempo politici e ricercatori dibattono sulsuccesso delle riformeche, in tutto il mondo, hanno portato allaprivatizzazione di alcuni servizi al cittadino, come la sanità e la scuola. Nel Regno Unito, dove simili politiche sono state portate alle estreme conseguenze nei decenni passati, c’è chi mette in dubbio che la scelta di trasferire ai privati interi settori delloStato sociale abbia avuto gli esiti sperati dai politici che l’hanno presa.

Gli effetti della privatizzazione

Il quotidiano britannico Guardian ha condotto un’approfondita inchiesta su come molti governi stiano facendo marcia indietro: se a Londra gli scricchiolii di un simile modello di stato sociale si fanno sentire (sono recentissime le notizie della bancarotta di diciassette scuole costruite grazie alla Private Finance Iniziative lanciata dalla Thatcher e rafforzata da Blair, così come il crescente problema dei costi ospedalieri nelle cliniche finanziate attraverso il medesimo strumento) è dagli Stati Uniti che arriva la notizia più interessante. A Washington, infatti, sta per essere formalizzata una decisione epocale: il Dipartimento di Giustizia non si affiderà più ai privati per la gestione delle carceri, a causa dei continui incidenti che si sono ripetuti nel corso degli ultimi anni. Ma anche agli antipodi ci sono segnali nella stessa direzione. Basti pensare che inAustralia si è registrato un esodo dalle scuole tecniche privatizzate, molte delle quali non offrivano corsi di standard adeguato, e casi analoghi si sono verificati persino in Nuova Zelanda.

Dettagli e approfondimenti su http://www.panorama.it/…/riforme-sanita-istruzione-perche-…/

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