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“Preoccupazione che nasce dalle mancate risposte alle nostre istanze per il riconoscimento delle risorse necessarie alla valorizzazione del personale e soprattutto rispetto alla garanzia della sicurezza e della qualità dei servizi del nostro SSR e dei diritti contrattuali dei dipendenti. Infatti sicurezza, qualità e diritti devono necessariamente prevedere, tra le priorità, la completa sostituzione del personale cessato per pensionamento o per dimissioni volontarie, le stabilizzazioni di tutti coloro che ne hanno i requisiti e i rinnovi dei contratti a tempo determinato. Al contrario, da mesi, nelle aziende sanitarie queste necessità non vengono garantite per produrre risparmi di bilancio su indicazione della Regione” dichiarano i 3 segretari generali Mauro Puglia, Sonia Uccellatori e Paolo Palmarini.

“Oggi sulla sanità bisogna investire, anche con nuovi modelli organizzativi ma non tagliare sul personale! Ferie accumulate insieme a migliaia di ore di straordinario, che rimangono patrimonio inalienabile dei dipendenti, impossibili da pagare e da recuperare fanno infatti il paio con tempi di attesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e chirurgiche in aumento e tempi di permanenza nei pronto soccorso ormai diventati inaccettabili” proseguono.

“Viene spesso sbandierato da parte dell’Assessorato alla Sanità, il saldo del personale assunto dal 2018 ad oggi, pari a +7300, ma la vera considerazione da fare è che se per 15 anni si è tagliato sulle assunzioni, in realtà chi è stato stabilizzato o assunto, viene impiegato per lo più a “rattoppare gli organici” e a ristabilire quella presenza di personale per garantire l’assistenza di qualità vanto… della nostra Regione – spiegano i sindacati -. Assunzioni che sono state necessarie anche per garantire gli organici “integrativi” (che per i non addetti ai lavori sono coloro che sostituiscono malattie, ferie, permessi a vario titolo) che purtroppo oggi sono all’osso, o addirittura assenti; ad esempio nel 70% dei casi, le lunghe assenze, come le maternità o le malattie di lungo periodo, non vengono sostituite”.

I sindacati evidenziano anche altri dati: “Per mettere in pratica quanto previsto per la riorganizzazione della sanità territoriale, da Decreto Ministeriale 77/2022, si dovranno assumere nella nostra Regione: dai 1500 ai 2300 Infermieri di Comunità, per le Centrali Operative Territoriali 270 infermieri e circa 67 altre figure tra personale sanitario/amministrativo, per gli Ospedali di Comunità circa 639 infermieri – 426 OSS – 142 fisioterapisti, ed infine almeno 800 infermieri e 600 OSS oltre che psicologi e altre professionalità per trasformare le Case della Salute in case di Comunità”.