“Basta con i ricoveri inutili, così cambia la Sanità locale”. Si chiama «assistenza territoriale» ed è il futuro della sanità, soprattutto per i pazienti cronici.
La Regione vuole rafforzare questa rete di strutture dedicate a visite specialistiche, distribuzione di farmaci e riabilitazione. Così gli ospedali rimarranno il riferimento per la diagnosi e la cura dei casi più gravi, ma per le altre prestazioni ci si potrà rivolgere a sedi più vicine a casa.
In provincia esistono già due esempi innovativi: da un anno a Oleggio è attiva l’antenna del Cap, il Centro di assistenza primaria, e il 3 ottobre ad Arona è stato aperto il nucleo per le cure residenziali integrate ospedale-territorio (CuRe Ot). Il terzo modello verrà lanciato in via Andrea Costa a Novara, dove si lavora per realizzare l’Aggregazione funzionale territoriale (Aft): i medici di base si associano per fornire un servizio a orario continuato.
l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta ha visitato le tre strutture. «Bisogna trasferire sul territorio tutte le forme di assistenza che non richiedono il ricovero in ospedale – auspica Saitta -. Penso soprattutto agli anziani e alla cronicità. Nel Novarese la sfida è già iniziata».
«Servono nuovi locali»
Ad Oleggio nove medici di famiglia, un infermiere e gli specialisti del poliambulatorio curano circa 800 persone affette da diabete o broncopneumoterapia cronica ostruttiva (Bpco). Da gennaio si occuperanno anche di scompenso cardiaco, come già accade ad Arona.
«Potremo ampliare il numero di malattie trattate – auspica Corrado Pozzi, il dottore che con i colleghi ha spinto per avviare questo progetto con l’Asl e il Comune -. Speriamo di ricevere nuove strumentazioni dopo una prima esperienza già soddisfacente». L’iniziativa era stata promossa anche dal sindaco Massimo Marcassa: «Avremmo però bisogno di un nuovo poliambulatorio – si è rivolto il primo cittadino a Saitta -. Da tempo il Comune ha individuato il luogo e completato i passaggi urbanistici. La Regione non ha però potuto finanziare l’opera. Il sogno resta».
A Novara dieci medici hanno invece iniziato a raccogliere i dati dei propri 12 mila pazienti in un’unica piattaforma informatica. Il sistema consentirà di definire un calendario di orari dalle 8 alle 20 in cui i professionisti si alterneranno in studio: in via Andrea Costa 1/c sono già presenti sette di questi dieci dottori di base.
Il nucleo di Arona è invece una struttura di degenza con 12 posti letto per persone dimesse dall’ospedale o che provengono da casa e spesso non sono autosufficienti. «Il nucleo integrato con l’équipe può ridurre il ricorso inappropriato all’ospedale» dice Arabella Fontana, direttore sanitario Asl Novara.
Per la Città della salute
Saitta ha anche anticipato che il 18 novembre tornerà a Novara per un incontro sulla Città della salute a cui prenderà parte anche il Comune e l’ospedale Maggiore. «Ma – precisa l’assessore – tutti gli ostacoli sono stati superati. La direzione generale ospedaliera ha cambiato il codice sugli appalti come è necessario per effettuare i lavori».
http://www.lastampa.it/2016