Fials: Bene Ddl Boldrini su riordino figura dell’operatore socio-sanitario, a garanzia di qualità delle cure al cittadino
Roma, 25 mar. – “L’operatore socio-sanitario ha una sua dignità di ruolo e professione, e come tale deve essere valorizzato all’interno dell’equipe: questo Ddl risponde bene alla sfida di adeguarne il profilo in rapporto al mutato quadro epidemiologico e demografico del Paese e ai nuovi bisogni di salute del cittadino”.
Così Giuseppe Carbone, segretario generale Fials, sul Disegno di legge ‘Riordino del profilo professionale e della formazione dell’operatore socio-sanitario’, presentato oggi in Senato da Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione igiene e sanità.
“L’emergenza pandemica – prosegue Carbone – ha stravolto i paradigma della società, dell’economia e soprattutto della sanità, evidenziando quanto sia importante la collaborazione tra tutti gli stakeholder della salute. I professionisti tutti, ognuno con le proprie competenze, hanno dimostrato il loro peso per la tenuta del SSN, ora sta al Governo e alla parte politica, ricambiare l’impegno”. La Fials non può che apprezzare il Ddl a firma della senatrice Boldrini e lo sosterrà nell’iter legislativo e nelle audizioni parlamentari, per valorizzare la figura dell’oss.
Un primo passo, poi disatteso, è stato fatto con la legge Lorenzin, che ha inserito la figura nell’area socio-sanitaria, anzichè nel ruolo tecnico. “Oggi, questo Ddl – dichiara il segretario generale Fials – dà all’oss la dignità di un percorso formativo uniforme a livello nazionale, l’opportunità e il dovere di avere una formazione continua per l’aggiornamento delle proprie conoscenze”. In tale direzione va l’introduzione dell’obbligo di svolgere una formazione annuale di almeno quindici ore. “Riteniamo questa modifica al profilo professionale dell’oss – sottolinea – un ulteriore fattore di garanzia di qualità delle cure al cittadino”.
Certamente la valorizzazione di questo profilo non deve essere in alcun modo utilizzata come sostituto di altri professionisti sanitari, per una mera causa economica o per la grave carenza di personale dettata da scelte politiche degli ultimi anni. “A 20 anni dalla sua istituzione, l’operatore socio-sanitario è divenuto un profilo importante all’interno dell’equipe sanitaria di tutti i luoghi di cura. Siamo convinti – conclude Carbone – che l’organizzazione multiprofessionale e l’attività integrata siano lo strumento vincente per valorizzare competenze, conoscenze e abilità di ogni figura professionale per una sanità che metta davvero al centro la persona”.