I pazienti dializzati, specie nell’attuale contingenza pandemica, non dovrebbero trovarsi nella condizione di dover difendere il loro diritto ad un trattamento che ha garantito negli anni una migliore qualità di vita e diversi vantaggi clinici.
Le gravissime carenze di personale, reiteratamente denunciate dagli operatori, devono essere colmate e non aprire la strada alla “ottimizzazione delle risorse”.
La “razionalizzazione” nasconde, infatti, una doppia fregatura:
1) per i pazienti che vedono ridurre il tempo di cura e di relazione;
2) per i lavoratori che, a dispetto della modifica dell’articolazione dell’orario di lavoro, dovranno probabilmente prolungare il servizio, non potendo certo abbandonare i pazienti nel corso del trattamento.
“Ottimizzazione” e salute non vanno d’accordo ed è per questo che i lavoratori e i pazienti sono dalla stessa parte.
Avv. Giacomo Doglio
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