Licenziamenti bloccati fino al prossimo 1 febbraio. E’ questa l’ultima novità comunicata dall’amministratore unico dell’Istituto Clinico Lucano, Walter Di Marzo, nell’intricata vertenza mossa nel 2016 a causa della riduzione del fatturato per l’insufficienza dei tetti di spesa e posti letto, in ultimo, con la sospensione del contratto con l’Azienda Sanitaria Locale di Potenza. Restano con il fiato sospeso i 30 dipendenti e relativo indotto che gravita tra amministrazione e reparti, nelle scorse ore in presidio con i sindacati di categoria dinanzi la sede della casa di cura in via Mazzini nel capoluogo lucano.
Solo nel mese di marzo, il TAR si pronuncerà sulla sospensione del contratto con l’ASP. Un lasso di tempo bollato dai sindacati come “esorbitante”, unitamente alla posizione aziendale – hanno dichiarato i segretari Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Roberta Laurino, Pasquale Locantore e Raffaele Pisani – che “ha esposto i lavoratori a strumentalizzazioni.” Il timore tra i dipendenti e loro famiglie è di perdere gli ultimi treni utili per trovare rassicurazioni
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