Skip to main content

Sarà la volta buona per l’Ifo? L’anelito accompagna l’arrivo a Mostacciano del nuovo direttore generale, Francesco Ripa di Meana, che ha lasciato il Rizzoli di Bologna, considerato uno dei migliori manager della sanità.

Si insedia martedì e completa la squadra apicale rimasta sguarnita per molto, troppo tempo. In direzione scientifica, fondamentale dove si curano i tumori, la new entry è Gennaro Ciliberto, ex del Pascale di Napoli che riempie il vuoto lasciato dal ricercatore Ruggero De Maria, dimessosi un anno fa per tornare a insegnare. Da allora il posto è rimasto vacante.

COLOSSO

Non parliamo di un ospedaletto qualsiasi ma del centro oncologico principale da Roma in giù, un colosso. Accoglie il 19% di pazienti di altre Regioni, secondo nel Lazio per ricoveri per tumore a mammella e utero, primo posto per prostata, vescica e rene. Si annunciano in teoria 5 anni di stabilità.«La volontà di uscire da una fase problematica è dimostrata dalla rapidità con cui abbiamo chiamato Ripa di Meana», dice Alessio D’Amato, responsabile della cabina di regia della sanità laziale. C’è molto lavoro arretrato, diversi i danni da riparare, legati ai continui capovolgimenti che hanno caratterizzato l’ultimo triennio.

SPALLANZANI

Ricapitoliamo. Nel 2014 la Regione decide di unire Regina Elena/San Gallicano allo Spallanzani, istituto scientifico di ricovero e cura specializzato in malattie infettive. Ma che c’entrano le malattie infettive con l’oncologia a sua volta già abbinata alla dermatologia? Se lo chiedono in molti, e la scelta viene aspramente criticata e vista come escamotage per «risolvere le criticità economiche». Uno smantellamento. Ai vertici Ifo intanto si succedono tre commissari straordinari che avrebbero dovuto guidare l’operazione. Aprile 2014, la nomina ricade su Fulvio Moirano, ex di Agenas, l’agenzia per i servizi sanitari regionali, che dopo tre mesi lascia per andare a dirigere la sanità piemontese. Siamo a luglio, subentra Valerio Alberto Casellati, fratello del pluri sottosegretario del governo Berlusconi, Elisabetta. Le sue iniziative non piacciono.

PIANO AZIENDALE

Criticato soprattutto per il piano aziendale dell’aprile 2015, il documento che riorganizza e regolamenta l’ospedale. Sparisce il dipartimento autonomo di oncologia medica che viene assoggettato a una mega struttura clinico sperimentale oncologica sotto il cui cappello finiscono chirurgia, ematologia, declassata a unità semplice anziché complessa. Cancellata l’unità di terapia del dolore e cure palliative. Via i grandi laboratori di ricerca. Il fulcro di un ospedale oncologico si sgretola. Dopo Alberti Casellati è il turno di Marta Branca. Anche lei resta poco, fino a settembre quando passa allo Spallanzani come direttore generale.

CONTRORDINE

Sì perché nel frattempo si scopre che tutto deve tornare come prima. Contrordine, Spallanzani e Ifo, con vocazione diversa, devono mantenere ognuno una vita propria. La ripartenza è affidata a Ripa di Meana ma c’è un colpo di scena. Prima di lui non accetta l’incarico Antonio D’Urso, ex del San Camillo, designato al posto della Branca. «Ho preferito accettare la proposta dell’azienda ospedaliera universitaria di Sassari ritenendola una sfida professionalmente più esaltante», spiega. E il futuro? «L’atto aziendale andrà modificato – dice D’Amato – Ripa di Meana va visto come un segnale importante della Regione Lazio».

Su http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/16_ottobre_29/nomine-l-ifoecco-nuovi-manager-46d96b34-9d38-11e6-baae-ba981bf8dcd8.shtml

Leave a Reply