Rischiano nuovamente il posto di lavoro la metà dei dipendenti. Oggi, l’assemblea dei lavoratori riunita presso l’istituto, ha rispedito al mittente la richiesta della Fondazione Luigi Maria Monti, proprietaria dell’ospedale. La proposta di un altro anno di cassa integrazione per 485 lavoratrici e lavoratori è irricevibile, uno schiaffo per chi da anni fa sacrifici e porta sulle proprie spalle il peso di un buco di bilancio che non ha certo prodotto.“Non può essere sempre e solo chi lavora a pagare” dichiarano in una nota unitaria, Marco Giobbi e Domenico Frezza,responsabili regionali di Cisl Fp e Uil Fpl, comunicano la ripresa della mobilitazione dei lavoratori dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, da anni al centro di una vertenza partita nel 2012 con l’occupazione del tetto da parte dei delegati sindacali, quando la crisi iniziò con il mancato pagamento degli stipendi e la scoperta di un debito monstre.
“La situazione debitoria, sempre rimasta nell’incertezza, viene usata contro i lavoratori. È evidente che senza investimenti l’ospedale non può essere rilanciato. Metteremo in campo tutti gli strumenti per difendere la dignità di questi professionisti della salute – concludono i sindacalisti – e la salute dei cittadini a cui offrono, nonostante tutto e contro tutti, servizi di eccellenza”. Infine chiediamo alla Regione Lazio in qualità di istituzione, che non ha soltanto la responsabilità del governo della Sanità, di tornare sulle sue decisioni riportando il budget dell’IDI, ormai tornato in piena operatività, a quello precedente alla procedura fallimentare senza imputare ulteriori oneri a carico dei dipendenti e dei cittadini derivanti dai costi della Cassa Integrazione.
http://www.newtuscia.it/2016/12/16/sanita-idi-la-regione-taglia-10-milioni-budget-la-fondazione-mette-cassa-integrazione-500-dipendenti/
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