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Prosegue la campagna mediatica contro la Presidente della Fnopi, massima rappresentanza professioniale infermieristica nazionale.

Un danno di immagine e politico che il tempo rispedirā ai mittenti.

Una cosa è un legittimo punto di vista nel solco della libertà di opi-nione e di pensiero che porta in dote una riflessione, altra questione la sistematica operazione di linciaggio personale da cui consegue una deriva culturale inaccettabile.

Cambiano la cassa di risonanza ma non il modo di proporsi.

Esaurite le miccie elettorali, adesso lanciano una peti-zione sulla più autorevole piattaforma politica mondiale on line: roba da far tremare le vene ai polsi.

I vincenti si vedono alla lunga, a fine corsa, al nastro di arrivo, esattamente come vincenti sono i rapporti tra professionisti al traguardo  per la loro coerenza e la loro lealtà non tanto verso le persone o le cariche, ma verso la comunità professioniale alla quale si appartiene, composita e variegata quanto si vuole ma non per questo impedita di argomentare nel rispetto dei ruoli e delle ragioni di ognuno degli attori della sanità pubblica e privata dal punto di vista ordinistico.

Non vi è chi non colga la strumentalizzazione e la frustrazione del continuo ricorso a demonizzare il prossimo, che non si cura di loro ma guarda e passa.

Adesso prepariamo il pallottoliere e contiamo il peto, pardon il peso, delle singole e complessive sottoscrizioni contro tanto per e non perché legittimati a dire qualcosa.

 

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