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I medici, la dirigenza e componenti Cgil della rappresentanza sindacale unitaria della Asl Taranto (RSU) denunciano il grave stato di incertezza e di disorientamento vissuto dagli operatori. “Scelte operative” e “obiettivi” viaggiano ormai da mesi su binari diversi. La seconda bocciatura del piano di riordino sanitario da parte della Commissione Sanità della Regione Puglia dimostra quanto sia legittima una levata di scudi da parte della società civile, dei lavoratori e delle parti sociali per pretendere che il direttore generale della Asl Taranto interrompa ogni tipo di modifica dell’assetto aziendale al di fuori di un piano di riordino ancora tutto da deliberare.

La popolazione Ionica si trova davanti ad un grande bluff: oltre 200 posti letto (già previsti da anni e anni), oggi vengono presentati come la risposta alle criticità epidemiologiche del nostro territorio. Ma sono 200 posti letto impossibili da sempre per assenza di spazi e di personale. E nei suoi contenuti questo piano di riordino, bocciato su tutti i tavoli, insiste nelle scelte di riduzione o di facciata come la chiusura dell’ospedale di Grottaglie (dove li mettiamo quei famosi 200 posti letto?) o come la finalizzazione oncologica del Moscati.

Non passa giorno in cui nelle direzioni degli ospedali della Asl Taranto non transitano disposizioni di servizio con cui addirittura verrebbero spostati interi reparti pur in assenza di un piano di riordino e senza alcuna informativa ai sindacati. E sono le stesse direzioni in cui trovano ormai casa esponenti del movimentismo mentre i sindacati si vedono negare perfino le informative. Non se ne può più. Questa partita impari ora va fermata: bocce ferme!

Si fermino tutte le disposizioni fin quando non sarà chiaro a cosa dovranno servire i sacrifici degli operatori e dei cittadini dimostrando costi e benefici delle scelte, ricordando a tutti che il 12 dicembre scorso sindacati e Regione Puglia hanno sottoscritto un accordo che prevede l’attivazione anche in questa provincia di una cabina di concertazione, con il compito di costruire e monitorare le scelte per il riequilibrio dell’offerta sanitaria con i bisogni dei cittadini.

È ingiustificata quindi ogni fuga in avanti come anche quella indecifrabile di procedere in fretta per alcuni concorsi (vedi la direzione sanitaria dell’ospedale di Manduria con relativo direttore ancora in carica), mentre altri concorsi vengono negati vergognosamente come quello per stabilizzare gli infermieri precari o gli ausiliari riconvertiti in OSS. Diritti e operatori sanitari sono ormai come canne al vento.

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