Skip to main content

LINEE GUIDA PER LA PREDISPOSIZIONE DEI PIANI DI RIENTRO ( LEGGE DI STABILITA’ 2016 )

La legge 28 dicembre 2015 n.208, introduce i piani delle Aziende Ospedaliere, Aziende Ospedaliere Universitarie e Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici come strumenti per il perseguimento dell’efficienza gestionale delle aziende stesse individuate.

I piani dovranno essere attuati sulla base dei seguenti passi:

  • Analizzare la situazione economico-gestionale dell’azienda negli ultimi 3 anni;
  • Definire la strategia da perseguire nei successivi anni, individuando obiettivi, interventi e azioni compatibili con le caratteristiche dell’azienda e in coerenza con il ruolo nella rete dell’offerta, perseguendo altresi’ il riequilibrio economico finanziariodelle aziende interessate e la tutela nell’erogazione dei LEA;
  • Predisporre il conto economico tendenziale e programmatico;
  • Definire gli strumenti di monitoraggio, verifica ed analisi dell’attuazione del piano,attraverso indicatori di tipo quantitativo e qualitativo.

Una volta individuate le cause che hanno portato ad una situazione economico gestionale negativa deve essere definita la strategia aziendale a partire da:

  • Punti di forza e punti di debolezza emersa dalle analisi dell’ultimo triennio in termini sia economici che gestionali;
  • Ruolo attuale dell’azienda all’interno della rete regionale e nazionale;
  • Vincoli normativi definiti a livello nazionale ( D.m. 70/2015 ) e regionale (programmazione regionale ).

Identificata la strategia che l’azienda intende perseguire, si definiscono gli obiettivi e relative manovre di efficientamento della spesa e controllo dei fabbisogni.

Le aziende dovranno lavorare sulla ottimizzazione dei ricavi, perseguendo la saturazione delle risorse disponibili, attraverso interventi organizzativi sul personale e sulle apparecchiature/strutture finalizzati al :

  • Prolungamento dell’orario di apertura e dell’attività delle sale operatorie;
  • Prolungamento dell’orario di apertura di ambulatori ed erogazione servizi diagnostici;
  • Utilizzo più efficiente ed efficace delle tecnologie presenti.

Un’altro piano da perseguire è quello relativo al corretto dimensionamento delle unità di degenza. E’ infatti noto che unità operative piccole, con posti letto inferiori a 15/20, sono particolarmente inefficienti per quanto attiene il costo del personale che deve garantire presenza 24h per 365 giorni/anno, con particolare riferimento al personale infermieristico.

Quindi è necessario condurre anche interventi di riorganizzazione ( es. aggregazioni di reparti, riorganizzazione degli spazi, possibili modifiche strutturali che consentano una gestione più efficiente del reparto ).

Altro intervento è quello legato alle quantità di prestazioni da erogare, per tipologia, sulla base del ruolo che l’azienda dovrà assumere all’interno della rete regionale e nazionale attraverso la riqualificazione delle attività erogate.

Ciascuna azienda, dovrà definire i propri obiettivi per l’erogazione dell’assistenza ospedaliera e territoriale. Tali obiettivi dovranno essere definiti:

  1. Sulla base di un fabbisogno di prestazioni coerente con gli obiettivi della propria programmazione regionale;
  2. Tenendo in considerazione indicatori sviluppati a livello nazionale e parametri di riferimento resi disponibili dal Ministero della Salute sia per quanto attiene la riduzione dell’inappropriatezza nell’erogazione dell’assistenza, sia per quanto attiene l’inefficienza in termini di durata di degenza per tipologia di prestazione.

Una volta definiti gli obiettivi, sarà possibile pianificare gli interventi di adeguamento della rete di offerta, intesa come adeguamento del numero di stabilimenti/ unità operative, attraverso accorpamenti e disattivazioni. Tali interventi dovranno essere pianificati in coerenza con i provvedimenti regionali ( legge di stabilità 2016 ) che dispongono che le Regioni entro febbraio adempiano a quanto previsto.

Un altro ambito su cui concentrare l’attenzione è il perseguimento dell’efficienza produttiva in termini di quantità e/o prezzo dei fattori produttivi impiegati.

Gli interventi strutturali sui fattori produttivi potranno concentrarsi:

  1. a) Sulle quantità consumate;
  2. b) Sui costi per unità di fattore produttivo consumato, agendo sulle modalità di acquisto, sulla rinegoziazione e sui dati di benchmark, in coerenza con la specifica normativa di settore.

Filippo Fiore, FIALS CATANIA

Leave a Reply