Un clistere abusivo: per la procura è quanto nell’estate del 2012 una giovane oss (operatrice socio-sanitaria) dell’Ausl aveva praticato a domicilio a un anziano paziente peraltro intascando 100 euro dopo la mediazione della badante. Accusa che le è costata una condanna a 5 mesi e 20 giorni di carcere (con pena sospesa e non menzione) per abuso d’ufficio ed esercizio abusivo di una professione (il pm Daniele Barberini aveva chiesto otto mesi). Del resto solo un’infermiera può eseguire quella manovra. La difesa (avvocato Cecilia Scalambra) da parte sua ha già annunciato ricorso dato che la oss non solo ha sempre negato di essersi mai adoperata per quel clistere per aiutare quell’ultraottuagenario con i suoi problemi intestinali. Ma ha spiegato che quel giorno si era recata a casa dell’anziano (deceduto più di recente) solo per restituirgli una sportina contenente alcuni effetti personali e documentazione medica, dimenticata in una barella in ospedale in seguito a ricovero in un reparto dove lei lavorava. A suo avviso, ci poteva poi essere stato uno scambio di persona con chi potrebbe avere per davvero eseguito il clistere. Di fatto una parente del paziente a un certo punto aveva scritto all’Ausl per lamentare tra le altre cose il costo elevato della prestazione. L’azienda da parte sua aveva allora aperto un procedimento disciplinare (tuttora pendente in attesa che venga definito quello penale) e aveva avvisato la oss sospettata destinandola a mansione per la quale non avrebbe più avuto contatto con il pubblico.
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