RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
La sanità riminese ha vissuti due decenni di forte crescita. Nuove discipline nate presso gli ospedali riminesi e sviluppo delle discipline esistenti (neonatologia, chirurgia pediatrica, onco ematologia pediatrica, neurologia, reumatologia, oncologia, radioterapia, chirurgia toracica, ortopedia specializzata nelle patologie della spalla, fisiopatologia della riproduzione, chirurgia senologica, cardiologia, terapia intensiva, rianimazione ….. ) affiancate a nuove tecnologie (tac, risonanza magnetica nucleare, acceleratori lineari per radioterapia) e all’infrastruttura ospedaliera (Dea di Rimini e di Riccione e nuovo ospedale con pronto soccorso e sale operatore all’avanguardia ….) ne sono la dimostrazione pratica.
A queste performance va collegato il virtuosismo di bilancio, che da oltre 10 anni sta nel budget assegnato dalle regione.
Per consolidare questa situazione la scelta della Regione e degli Enti Locali, condivisa dal sindacato (che ha sottoscritto un protocollo prima della costituzione), è stata quella di investire in innovazione aziendale andando a costituire l’Ausl della Romagna. Si è passati da 4 Ausl per 3 province ad una sola azienda per l’intera Romagna e per ¼ della popolazione regionale (1.250.000). Si è scelto di affrontare le criticità nazionali puntando su una ampia dimensione.
Nasce Ausl Romagna il 1/1/14. Dal 1.3.15 la Regione nomina una nuova Direzione Generale. Con un lavoro costituito da tanti confronti ed incontri con la Ctss e la Direzione Generale si condividono le linee guida per adottare l’atto aziendale e l’atto organizzativo. Oggi, ad un anno dalla loro adozione si va ad una verifica ed alla definizione della riorganizzazione della rete ospedaliera e del piano strategico.
Obiettivi e finalità da perseguire con l’Ausl R: garantire qualità di cura ed equità di accesso per i cittadini su tutto il territorio della Romagna, elevare la qualità delle prestazioni, puntare ad una produzione sanitaria tendente all’autosufficienza, valorizzare le vocazioni esistenti, concentrare i trattamenti solo dove l’evidenza dei dati lo impone (basse casistiche e patologie complesse).
Consapevolezza che non vi è alcun territorio ne ospedale che ha la possibilità da solo di far fronte a tutta la richiesta sanitaria della popolazione romagnola (nel caso si volesse accentrare anziché distribuire).
Obiettivo al quale mirare è quello di far muovere le équipe chirurgiche anziché i pazienti (vedere l’esempio già in essere della chirurgia pediatrica). In questo modo si eleva la circolarità delle esperienze e la qualità dei professionisti. La scelta in ambito oncologico, della gestione integrata delle cure oncologiche, tra Irst e AuslR, permetterà di utilizzare medicinali innovativi, protocolli omogenei in tutta la Romagna e massimo utilizzo di tutta la dotazione ospedaliera.
Grazie a questo percorso si è applicata la Balduzzi senza chiudere nemmeno un ospedale, è passato il concetto di rete ospedaliera (un unico ospedale romagnolo formato da tanti stabilimenti distribuiti sul territorio) e Novafeltria, Santarcangelo e Cattolica hanno confermato le loro funzioni e vocazioni.
Il confronto sulla riorganizzazione ospedaliera è in essere. Cgil Cisl Uil hanno chiesto di modificare la proposta per tenere conto dei posti letto dedicati a pazienti che provengono da fuori regione ed incrementare quelli dedicati ai cittadini residenti.
Il tema, quindi, non sarebbe più quello dei tagli ma di incremento e rimodulazione dei posti letto, da effettuarsi sulla base di carenze strutturali e del bisogno effettivo dei cittadini.
Con la proposta di Piano di Riordino Ospedaliero, facendo l’esempio di Santarcangelo, non deve cambiare nulla per le pazienti prese in carico per il tumore della mammella. Le pazienti continueranno a far riferimento alla Brest Unit di Rimini e saranno seguite nelle strutture di riferimento, compresa la Chirurgia di Santarcangelo, con il medesimo livello di qualità e appropriatezza clinica. Eventuali modifiche di tipo organizzativo non dovranno avere alcuna ripercussione sul livello delle prestazioni e delle cure, o sui protocolli clinici attivi. L’obiettivo è quello di omogeneizzare i profili di trattamento su tutto il territorio, senza ridurre il numero di interventi chirurgici senologici che si effettuano a S. Arcangelo e confermando i percorsi assistenziali attualmente attivi nell’ambito territoriale di Rimini.
Come Organizzazione Sindacale sottolineiamo che il confronto sui posti letto non esaurisce il fabbisogno di servizi sanitari dei cittadini.
Restano aperti altri temi a cui vanno risposte: dotazioni organiche (avvio dei processi di stabilizzazione ……) a partire dai contenuti dell’accordo siglato con la Regione Emilia Romagna in merito alle politiche regionali di innovazione e qualificazione del sistema sanitario;
definizione dei posti letto di lungodegenza e per le cronicità negli ospedali di comunità (OSCO). La riconversione di alcuni posti letto della Chirurgia Generale in posti letto di Ospedale di Comunità (che devono rappresentare un servizio aggiuntivo alla cittadinanza) non dovrà in alcun modo diminuire, depotenziare, ledere l’attività della Chirurgia. Il confronto è aperto e l’obiettivo è quello di un miglior utilizzo dei posti letto esistenti e di qualificare ulteriormente l’offerta ospedaliera;
sviluppo delle Case della Salute in ambito territoriale che, se realizzate con la giusta filosofia organizzativa, producono risultati positivi in termini di prevenzione, di riorganizzazione della sanità nel territorio, di presa in carico del cittadino ed accompagno nei percorsi della salute.
Per la Cgil il diritto universale alla salute deve essere garantito, in particolare dalla sanità pubblica. Perciò, in Romagna, vanno garantite prestazioni diffuse e di qualità in tutte le strutture ospedaliere presenti e confermate le vocazioni esistenti nei quattro principali ospedali.
Su questi contenuti continuerà il confronto con la Direzione Generale e la CTSS.
Massimo Fusini e Elisabetta Morolli