“La mancanza di un’attenta politica sanitaria territoriale da parte delle diverse direzioni aziendali ha determinato nel tempo un graduale depauperamento dei servizi sanitari nel XII municipio di Roma, al punto da determinare il progressivo depauperamento del poliambulatorio di via Ramazzini, struttura che fino a oggi aveva assicurato tutte le più importanti consulenze specialistiche e prestazioni diagnostiche. L’elenco dei servizi venuti meno è nutrito (radiologia, mammografia, moc, ergometria cardiaca; holter Ecg), mentre drastiche riduzioni hanno subito i servizi di dermatologia, ecografia internistica, otorinolaringoiatria e cardiologia clinica. Gli ambulatori di oncologia e pneumologia rimangono chiusi. Dal mese di luglio è stato inoltre soppresso e spostato in altro municipio il servizio di odontoiatria e odontostomatologia creando disagi per i pazienti già in cura”.
Così, in una nota, Maurizio Quadrana, segretario generale della Cgil di Roma centro ovest litoranea e Massimiliano De Luca, segretario della Fp Cgil di Roma centro ovest litoranea. “È risaputo inoltre – continuano – che da tempo il centro di assistenza domiciliare (Cad) del quarto distretto è alloggiato nei locali dell’Istituto Lazzaro Spallanzani, a cui l’Asl Roma 3 paga mensilmente un canone di locazione in virtù di un contratto di affitto scaduto lo scorso 31 luglio. Alla Direzione era noto che non ci sarebbero state ulteriori proroghe, poiché i locali occupati erano stati richiesti dall’Istituto stesso per l’erogazione di altri servizi. Non si comprende dunque come mai abbia deciso scientemente di non trovare un’alternativa, ma di chiudere il centro e trasferire i dipendenti a Casal Bernocchi. Per evitare che tale disattenzione possa danneggiare i soggetti più disagiati e le loro famiglie, chiediamo alla Direzione di trovare una soluzione che tenga conto del rapporto diretto con quello specifico territorio”.
“Rileviamo infine – aggiungono i sindacalisti – come l’assenza di personale ausiliario abbia portato alla drastica riduzione delle sedute operatorie, peraltro già fortemente insufficienti, dell’Ospedale Grassi di Ostia. Siamo venuti a conoscenza di una riunione della Direzione sanitaria del Grassi con la dirigenza medica per valutare possibili ulteriori chiusure di servizi e soppressione di posti letto per una carenza non più sostenibile del personale. La mancanza di assunzioni sta portando a un progressivo smantellamento della sanità pubblica in questa Asl, con il rischio che i cittadini saranno a breve costretti a rivolgersi ad altre strutture sanitarie pubbliche al di fuori del loro distretto di residenza o direttamente a strutture private o addirittura a rinunciare all’assistenza sanitaria. Crediamo sia arrivato il momento di ragionare in un’ottica di rafforzamento dell’assistenza sanitaria territoriale, così come previsto dalla programmazione della Regione Lazio sulla riorganizzazione del Ssr, e di un conseguente potenziamento delle attività sanitarie. Chiediamo dunque al Commissario straordinario dell’Asl Roma 3 di convocare urgentemente le parti sociali e alla Regione Lazio di farsi carico del problema”.
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