Gli lasciano il divaricatore in addome
Paziente operato due volte in una settimana: nel primo intervento l’équipe aveva dimenticato un ferro di 15 centimetri
Mantova. Una spatola per separare gli organi interni dimenticata nell’addome di un paziente durante un delicato intervento in urgenza, ha costretto un’équipe chirurgica del Carlo Poma a rioperare l’uomo una seconda volta una settimana dopo per estrarre il corpo estraneo.
La sfortunato protagonista della vicenda è un 53enne della provincia di Mantova. L’uomo è comunque in buone condizioni di salute e a quanto risulta è ancora ricoverato in ospedale sotto osservazione.
Per questo errore commesso in sala operatoria la direzione della Asst ha subito aperto un’indagine interna per accertare responsabilità precise. Sotto la lente della direzione sono finiti tutti gli operatori sanitari che componevano l’équipe chirurgica. La commissione interna dovrà stabilire chi ha dimenticato la spatola nell’addome del paziente durante il primo intervento in urgenza.
Ecco i fatti. Il 27 settembre il paziente arriva al Carlo Poma in condizioni molto gravi. Per lui si aprono subito le porte della sala operatoria per rimediare ad un aneurisma. L’équipe della Chirurgia Vascolare entra subito in azione. L’intervento ha un esito favorevole e il paziente sottoposto alla delicata operazione risulta in buone condizioni. Ma alcuni giorni dopo inizia a lamentare alcuni disturbi, soprattutto dolori addominali. Si opta per una radiografia. E lì si scopre la natura del mal di stomaco: una spatola-divaricatore metallica della lunghezza di circa 15 centimetri è rimasta dentro l’organismo. Dimenticata durante l’intervento chirurgico.
A quel punto per il paziente diventa necessario e urgente una seconda operazione: viene riaperto e i chirurghi della Vascolare gli estraggono la spatola. Dal Poma fanno sapere che l’uomo non ha subito complicazioni se non il fastidio, non irrilevante, di subire due interventi nel giro di una settimana.
A questo punto resta l’interrogativo su come sia potuto succedere un errore di questa portata. La prima spiegazione che trapela dalle corsie dell’ospedale di Mantova è che in occasione del primo intervento la spatola sia stata inondata e quindi nascosta dal sangue del paziente. Al momento di ricucire nessuno l’ha più vista e quindi lo strumento operatorio è rimasto nell’organismo.
Per ora solo supposizioni. Ad accertare quanto esattamente è successo in sala operatoria sono chiamati i componenti della commissione del Poma. L’eventuale responsabile sarà sottoposto a provvedimento disciplinare.