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«Nuovi accorpamenti sono inevitabili e le criticità sono più di campanile che di ordine organizzativo». Spiegano così alcuni medici che chiedono di non essere citati. Perché l’annuncio di nuovi accorpamenti tra aziende della sanità pubblica è arrivato l’altro giorno in Consiglio regionale, da parte del presidente della Regione Sergio Chiamparino. Che ha detto: «Giunta, consiglio e manager della sanità devono misurarsi su questa sfida: ragionare su un accorpamento delle Asl e delle Aso piemontesi». 

SERVIZI E DIPARTIMENTI

Così si torna a parlare del tema, che non spaventa i direttori generali delle tre aziende della Granda. Anche perché da tempo lavorano all’integrazione di servizi e dipartimenti: un modo per risparmiare e aumentare la qualità. Un esempio: già oggi sono accorpati a livello provinciale i servizi degli acquisti (con gare uniche per Aso Santa Croce, Cn1 e Cn2), dell’ufficio legale e della radioterapia.

Corrado Bedogni, direttore dell’azienda ospedaliera «Santa Croce e Carle»: «Accorpamenti tra Asl e tra Asl e Aso non sono facili. E potrebbero non arrivare in questa legislatura: decisiva la volontà politica di andare in questa direzione. Soprattutto con l’Asl Cn1 da tempo si lavora insieme». Le due aziende hanno varato un anno fa i nuovi atti aziendali: da gennaio avranno insieme il dipartimento materno infantile. Altri servizi (come salute mentale, radiodiagnostica, trasfusionale e laboratorio analisi) sono da tempo «unificati» tra ospedali e territorio.

Francesco Magni, direttore dell’Asl Cn1: «Un’azienda più grande di questa può certamente funzionare in prospettiva. E ulteriori accorpamenti sono prevedibili. Le sinergie tra aziende, oltre ai risparmi, permettono uniformità di prestazioni, quindi maggiore qualità. Dieci anni fa ho guidato l’unificazione a Bologna di tre Asl prima divise, con 9 mila dipendenti, 9 ospedali, 1,7 miliardi di bilancio. Un anno di preparazione e tanta fatica, ma a fronte di buoni risultati».

ALBA E BRA

Danilo Bono, direttore dell’Asl Cn2: «Per noi adesso la priorità è portare a termine l’ospedale unico di Verduno. L’integrazione la perseguiamo da sempre. Con Asti e Cuneo abbiamo insieme il laboratorio analisi, con Chieri alcuni servizi territoriali, la Radioterapia è insieme alle altre due aziende della Granda. Ma integrazione non significa per forza che in futuro ci sarà un accorpamento».

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