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TERAMO. Tremila partecipanti per appena 56 posti da operatori socio sanitari: il concorsone organizzato dalla Asl di Teramo (molto contestato) è finito in tribunale e qualche giorno fa il Tar ha congelato la graduatoria della prova preselettiva. I giudici entreranno nel merito del caso, però, solo tra un anno. L’udienza è stata infatti fissata a novembre 2017.

Quattro i concorrenti che hanno proposto ricorso e nelle ordinanze del Tar i giudici confermano per il momento che alcune risposte dei quiz sono da ritenersi ambigue perché ammettono più possibilità di soluzioni.

I giudici parlano infatti di «oggettiva equivocità di taluni quesiti, tali da ingenerare la scelta di diverse risposte, tutte teoricamente corrette e/o plausibili», oppure di «formulazione ambigua».

La selezione, visto l’elevatissimo numero di partecipanti (6 mila i candidati iniziali ma poi si sono presentati solo la metà), si svolse al Palasport Adriatica Arena di Pesaro.

Solo l’identificazione dei candidati richiese oltre tre ore di tempo.

Oltre 50 dipendenti della Asl quella mattina all’alba partirono con un pullman privato da Teramo. A loro fu affidato il compito di garantire il controllo e l’assistenza ai candidati durante lo svolgimento della selezione.

Subito dopo l’esame la Uil funzione pubblica chiese l’intervento dell’azienda sanitaria e l’annullamento della prova preselettiva.

Il test comprendeva 30 domande a risposta multipla da completare in 40 minuti. I compiti, anonimi, vennero corretti elettronicamente e, solo dopo l’attribuzione del punteggio, riassociato ad ogni singolo test il nome del concorrente; «tutto a garanzia della massima trasparenza e assoluta integrità della procedura di concorso», specificò l’Asl alla vigilia della preselezione.

Il segretario provinciale Alfiero Di Giammartino denunciò però una lunghissima serie di anomalie e raccontò di aver saputo da alcuni candidati che durante la prova concorsuale, «da parte di un numero imprecisato di concorrenti (centinaia), è stato fatto uso, smodato ed incontrollato, del telefonino, la cui introduzione, ovvero l’utilizzo, è vietata dalla legge».

Sempre la Uil denunciò «la non previsione delle necessarie condizioni da riservarsi agli invalidi e per la mancanza di documentazione al momento dell’inizio della prova (e ciò in violazione alle previsioni del bando e quindi della lex specialis)».

Per questa ultima ipotesi il bando prevedeva l’esclusione dalla preselezione di coloro i quali si presentavano sprovvisti di uno dei documenti richiesti, al contrario, «sono stati ammessi centinaia di candidati attraverso l’utilizzo di una autocertificazione redatta in loco», spiega Di Giammartino.

La Asl, invece, ha sempre rivendicato il lavoro fatto, parlando di maxi concorsone svolto in maniera impeccabile.

http://www.primadanoi.it/news/cronaca/569789/concorsone-asl-teramo-tar-accoglie-sospensiva-domande-ambigue-con-piu-soluzioni.html

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