SALERNO. La Corte dei Conti ha condannato F P, E S e B C. La sentenza definitiva è stata emessa lo scorso 19 settembre e pubblicata ieri, ma la vicenda risale a qualche anno fa (precisamente al 2009) quando i tre professionisti rivestivano il ruolo rispettivamente di direttore generale dell’Asl Salerno 2, direttore amministrativo e capo del personale. I tre sono stati condannati per danno erariale, in quanto conferirono in maniera illegittima diciotto incarichi dirigenziali a dipendenti della stessa Azienda sanitaria locale appartenenti alla categoria D. Tali incarichi vennero ricoperti per la durata di dieci mesi, dal febbraio al novembre del 2009, prima che intervenisse un provvedimento di revoca dell’intera procedura selettiva.
Quella emessa poche settimane fa è una sentenza definitiva, in quanto è l’esito del ricorso in Appello che P e gli altri dirigenti sanitari avevano presentato contro la condanna inflitta in primo grado nel 2011. Il presidente Claudio Galtieri, della prima sezione giurisdizionale centrale di Appello, ha confermato quanto emerso nel precedente giudizio ma ha rideterminato il valore del danno erariale, passando dai 246mila euro del primo grado a 192mila euro, escludendo il danno da disservizio.
Ma per quale motivo il giudice ha ritenuto tali incarichi illegittimi?
Ci sarebbero stati, come si legge nella sentenza, “plurimi e gravi profili di illiceità” nelle procedure con le quali i tre dirigenti conferirono i diciotto incarichi al centro dell’inchiesta della magistratura contabile. Infatti, non ci sarebbe stata “una puntuale identificazione del contenuto professionale della prestazione relativa all’incarico, elemento oggettivo, questo, determinante per la corretta selezione dei potenziali aspiranti”. In secondo luogo, i diciotto scelti non avrebbero avuto quella comprovata qualifica professionali che si richiede per questo tipo di incarichi e non può essere una giustificazione il fatto che si trattasse di personale interno all’azienda sanitaria.
Secondo i giudici, tutti gli elementi emersi nel corso delle udienze “palesano, oggettivamente, una assoluta noncuranza dei dettami normativi in materia e dei principi di correttezza, economicità e trasparenza dell’azione amministrativa e che depongono per uno sviamento grave della disciplina dispositiva in materia”. Tanto più, come si evince dalla lettura dei fatti, che il collegio sindacale aveva espresso per ben due volte parere negativo in merito a queste promozioni e nonostante questo il direttore generale Pagano aveva deciso di andare avanti. Un comportamento che i giudici definiscono “grave”, nonché negligente e “sprezzante dei propri doveri”.
fonte
la Città di Salerno
a firma di Angela Caso