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La Asl invia la lettera di licenziamento anticipato agli infermieri precari e si scatena la bufera. Stato di agitazione e assemblea pubblica il prossimo 16 novembre alle Cnos di Lecce: questa la risposta dei sindacati prima, degli infermieri poi e intanto si invoca l’intervento del prefetto di Lecce, Claudio Palomba.

La scadenza dei contratti dei precari era fissata per il prossimo 31 dicembre e, stante la carenza di personale, i lavoratori erano convinti di vederseli rinnovare. Aspettative più che tradite visto che, oltre al mancato rinnovo del contratto, c’è anche la conclusione anticipata del rapporto di lavoro. 

Sono 107 gli infermieri che rischiano, ma per 14 di loro il licenziamento anticipato è già una certezza.

La lettera di benservito è del 31 ottobre e dà un preavviso di 15 giorni. In sintesi da metà novembre saranno a spasso e, se la direzione generale rimarrà su questa posizione, seguiranno a ruota gli altri perché le risoluzioni anticipate dei contratti vanno di pari passo con l’arrivo degli infermieri a tempo indeterminate reclutati con la mobilità. La direzione generale, lo scorso ottobre, aveva comunicato ai sindacati che i contratti a tempo determinato sarebbero cessati con l’arrivo del contingente del personale di ruolo, a partire dai lavoratori che avevano maturato un periodo di lavoro più lungo e le sigle sindacali avevano chiesto un incontro, ma anche una ricognizione delle effettive carenze di personale.
Lancia la prima pietra Floriano Polimeno, segretario provinciale della Cgil Fp di Lecce: «Ho richiesto alla direzione generale il dato sull’incidenza di mortalità del 2016 perché se dovesse essere più alto del 2015 sarebbe la prova provata dell’abbassamento della qualità delle prestazioni sanitarie. La carenza di personale sta producendo guasti gravi e non comprendiamo come la direzione generale possa ignorarli. Siamo arrivati al punto che in attesa di un Piano di riordino che chissà quando sarà attuato la Asl non nomina neppure le sostituzioni per malattia o gravidanza. In questa situazione la Asl decide licenziamenti anticipati ai quali rispondiamo con lo stato di agitazione del personale precario».

Aziona il lanciafiamme Antonio Tarantino, segretario provinciale della Uil Fpl: «Chiederemo l’intervento del prefetto che, come organismo terzo, può intervenire sia sulla Regione che sul Governo. Le scelte della direzione generale ci sembrano azzardate e irrazionali tanto che abbiamo rappresentato la necessità di sospendere l’invio del preavviso di licenziamento anticipato in attesa di avere chiaro quanto personale è arrivato con la mobilità e la quantificazione dei posti vacanti. Una ricognizione necessaria per garantire i livelli essenziali di assistenza nei reparti e nelle strutture della Asl e per l’apertura delle Udt e dei posti letto di Hospice, così come annunciate dalla direzione generale. E in ogni caso la direzione generale non può ignorare i diritti acquisiti. Per queste ragioni dichiariamo lo stato di agitazione del personale precario».

Venti di guerra soffiano anche per Vincenzo Gentile, segretario provinciale della Fials: «Ci opporremo con decisione a questa scelta della direzione generale e dichiariamo lo stato di agitazione del personale precario. Abbiamo chiesto alla direzione generale in base a quali ragioni e criteri gestionali si sia arrivati alla decisione del licenziamento anticipato. Una scelta incomprensibile a fronte delle necessità assistenziali di servizi e reparti già gravemente carenti di personale».

Francesco Perrone, segretario provinciale Fsi, «Riteniamo urgente e indifferibile discutere con l’amministrazione del personale a tempo determinato che ha ricevuto la lettera di risoluzione del contratto di lavoro. Se l’incontro non ci sarà potremmo decidere di procedere anche noi allo stato di agitazione del personale precario. Il personale di ruolo della mobilità non copre tutti i rimasti posti vacanti dopo i pensionamenti e per questo non si può rinunciare a ricorrere ai contratti a tempo determinato».

(http://m.quotidianodipuglia.it/lecce/articolo-2063860.html)

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