BOLOGNA — Una nuova area di cui si sta completando la ristrutturazione, più personale in campo e l’introduzione di un infermiere «flussista» che diriga il traffico dei pazienti: ecco il piano dell’ospedale Maggiore di Bologna per ridurre i tempi di attesa al pronto soccorso, finiti di recente sotto accusa soprattutto in concomitanza con i picchi di accesso provocati dall’influenza. A fare il punto sulle nuove misure è il direttore sanitario del Maggiore, Andrea Longanesi, che sabato ha incontrato la stampa e i due consiglieri comunali di Insieme Bologna, Manes Bernardini e Giulio Venturi, protagonisti di un presidio all’esterno della struttura organizzato proprio per protestare e raccogliere firme contro le file al pronto soccorso. «Chiaramente con i picchi influenzali i tempi si sono allungati – afferma Longanesi – però noi abbiamo potenziato molto il personale per tenerli comunque ridotti». Questo di fronte alla necessità di fare i conti con «un incremento notevole degli accessi. Il pronto soccorso generale del Maggiore – riferisce il manager – riceve circa 154 pazienti medi al giorno nell’anno, ma nel periodo di picco influenzale siamo arrivati ad oltre 170 e questo ha comportato anche la necessità di ricoveri aggiuntivi e quindi un potenziamento dei reparti disponibili. Tutte azioni che siamo stati in grado di affrontare attraverso la capacità di flessibilità che abbiamo nell’accoglienza dei pazienti». Detto questo, al di là delle situazioni straordinarie, «i codici gialli vogliamo che siano presi in carico entro 30 minuti e i codici verdi entro 60, adesso invece- spiega Longanesi- abbiamo tempi di attesa medi di un’ora o un’ora e un quarto, anche quasi due ore a seconda dei giorni e dei momenti della giornata». In particolare, i codici verdi «attualmente aspettano anche tre, quattro o cinque ore- aggiunge il direttore sanitario- e noi vogliamo che entro un’ora siano accettati, questo per noi è un obiettivo molto importante da perseguire».
Una delle carte che sarà presto giocata è l’inaugurazione di un nuovo ambiente, la cui ristrutturazione è costata alcune centinaia di migliaia di euro, all’interno del pronto soccorso. «A marzo attiveremo questa nuova area – annuncia Longanesi – dove tratteremo i pazienti in codice rosso e giallo, cioè quelli più gravi». Lì i pazienti potranno essere presi in carico «non piu’ separatamente nei singoli ambulatori- spiega il direttore- ma contemporaneamente, insieme, in quest’area, dove saranno anche monitorati e in questo modo pensiamo di ridurre molto i tempi di attesa». Per il Maggiore «e’ un’innovazione molto importante, che comporta anche una revisione organizzativa dei turni di lavoro e delle presenze di personale»: quest’ultimo «abbiamo intenzione di potenziarlo- assicura Longanesi- soprattutto allo scopo di prendere in carico precocemente il paziente e di ridurre i tempi di attesa». Ad oggi non è chiaro, però, di quante unita’ sara’ potenziato il personale: «Lo dobbiamo ancora definire. Il progetto e’ ancora in corso, lo stiamo discutendo in questi giorni- afferma Longanesi- e ne parleremo poi con le organizzazioni sindacali». Intanto, pero’, si può anticipare che nella nuova organizzazione «abbiamo intenzione di prevedere anche un infermiere flussista, cioè un infermiere- spiega il direttore- in grado di orientare e dirigere il traffico dei pazienti nei vari ambulatori e soprattutto di prenderli in carico anche nel periodo di attesa, monitorandoli e controllandoli». L’introduzione di questa nuova figura è «un’innovazione dell’assistenza che vogliamo assolutamente mettere in atto entro un mese», dichiara Longanesi.
La situazione attuale «è veramente una barbarie», attacca intanto Bernardini, in presidio fuori dal Maggiore «per chiedere che venga rispettato il diritto alla salute dei cittadini di Bologna e di tutta l’area metropolitana». Oggi il Pronto soccorso presenta «tempi di attesa assurdi, i cittadini devono aspettare ore e ore in corsia per avere un referto e sapere lo stato della loro salute», sottolinea il consigliere di opposizione: «Purtroppo anche il depotenziamento degli ospedali della provincia, come Vergato e Porretta, porta a far si’ che il Pronto soccorso del Maggiore sia ingolfato ormai da anni senza che l’Azienda abbia fatto nulla per provvedere ai disagi della popolazione». Per Venturi «non e’ possibile che ci siano code estenuanti per la popolazione e cittadini che, trovandosi in situazione di grossa difficolta’, abbiano tempi di attsa che non sono neanche da Paese del terzo mondo». Conclude il consigliere di Insieme Bologna: «Le scene viste nei giorni scorsi, con persone purtroppo sdraiate per terra o sulle panchine ad aspettare per ore il loro turno, non sono sostenibili». (fonte Dire)