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L’AQUILA – Vengono a galla retroscena quanto meno singolari sulla rottura, dura, improvvisa e a sorpresa, tra il direttore generale dell’azienda sanitaria locale numero 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila,Rinaldo Tordera, e i sindacati Cisl e Uil, i più rappresentativi nel pianeta sanità.

Alla base dell’attacco delle due sigle che, in una nota stampa di giovedì scorso, hanno bocciato sonoramente i primi sette mesi di attività del manager genovese, ormai aquilano di adozione, …omissis… ci sarebbe un intervento molto critico nei confronti del personale fatto dal dg in occasione del saluto al direttore amministrativo.

“Colgo l’occasione per dire che in questa azienda si lavora poco, c’è una bassa produttività. Ci sono eccezioni, ma non sono sufficienti a recuperare un livello accettabile. I capi dipartimento, i dirigenti e gli impiegati devono fare di più, lo vado ripetendo in tutte le sedi”, in sintesi ha tuonato Tordera di fronte a una platea molto affollata che pensava di vivere un momento conviviale e invece si è ritrovata a subire una reprimenda giudicata da più di un presente “un colpo basso fuori luogo”.

Il bersaglio di Tordera, secondo i bene informati, è il personale amministrativo che, in un’azienda con 3.500 dipendenti, conta circa 300 unità.

A quel punto, è scattata la “rappresaglia” dei sindacati, allertati e pressati affinché fosse fatta giustizia da un gruppo di dipendenti molto arrabbiati.

L’uscita di Tordera, raccontano ancora i bene infornati, ha sorpreso anche lo stesso Sciarappa e il direttore sanitario, Maria Teresa Colizza e più di un capo dipartimento.

Per molti si è trattato di “un atto di accusa intempestivo nella sostanza e nella forma”, visto che è stato pronunciato in un evento che doveva essere un momento di festa.

Rilievi sui quali molti cittadini si sarebbero trovati d’accordo, visto il livello qualitativo dell’offerta sanitaria, ma per palesare i quali Tordera avrebbe dovuto scegliere situazioni e strumenti più adatti per arrivare direttamente alla pancia dell’opinione pubblica che avrebbe potuto costituire un silente scudo difensivo.

Naturalmente, nella nota dei sindacati, arrivata senza che ci fossero avvisaglie, non c’era un riferimento che potesse far pensare a questa causa.

E il manager ha evitato accuratamente di replicare con note ufficiali o rispondendo ai giornalisti che lo hanno chiamato, vedi AbruzzoWeb, ai due sindacalisti, uno dei quali storico, il rappresentante della Csil Gianfranco Giorgi, e quello della Uil Giuseppe De Angelis, come invece aveva fatto in interventi precedenti delle organizzazioni sindacali.

Nell’unica nota rilasciata dopo questa disavventura, Tordera si è limitato a dire sulla vicenda di Sciarappa che “le dimissioni e il cambio dell’attuale direttore amministrativo sono stati da tempo concordati e programmati”, come d’altronde anticipato da questo giornale, e che “mi sono già attivato per individuare la nuova figura professionale idonea a ricoprire la carica”.

I sindacati non sono rimasti soddisfatti dalle mancate risposte nel merito, tanto che sono tornati alla carica con una nuova nota al vetriolo, stavolta della sola Uil, firmata dal già citato De Angelis e dai segretari Fabrizio Truono, Marcello Ferretti e Antonio Ginnetti, che chiedono “un incontro sindacale a difesa dei diritti dei lavoratori” da convocare urgentemente, minacciando, in alternativa, lo stato d’agitazione.

Secondo quanto si è appreso, l’ex direttore generale della ex Cassa di risparmio della provincia dell’Aquila (Carispaq, poi assorbita dalla Bper), arrivato in un clima di polemiche al posto del dimissionario Giancarlo Silveri, espressione della ex giunta di centrodestra, punta molto sull’efficienza e sulla capacità di risolvere i problemi da parte del personale in un settore vitale per la vita dei cittadini, dando anche l’esempio personale di uomo sempre in prima linea.

Qualche mese fa, girando a tarda notte per le corsie dell’ospedale, dopo aver terminato molto tardi il lavoro, avrebbe avuto una disavventura subendo gli improperi di alcuni familiari di un paziente deceduto da poco che lo hanno scambiato per un operatore delle pompe funebri.

La tensione nei rapporti con i sindacati apre uno scenario difficile alla luce del delicato momento legato al personale e in generale al periodo di riforma nazionale e regionale che si trova a vivere la Asl numero 1. (b.s.)

dettagli e approfondimenti su http://www.abruzzoweb.it/contenuti/asl-l-aquila-il-retroscena-tordera-contro-i-fannulloni-e-via-alla-protesta/611107-283/

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